Taranto, uno spettacolare concerto nel Duomo di San Cataldo ha chiuso la diciannovesima edizione

57

taranto-ponte-girevole

Consegnato ad Augusto Ressa il Premio Giovanni Paisiello

TARANTO – Gran pubblico, ieri sera nel Duomo di San Cataldo, a Taranto, per celebrare Napoleone con la Messa che il genius loci Paisiello compose per la storica incoronazione del generale francese, del quale quest’anno ricorre il bicentenario della morte. L’evento ha chiuso la diciannovesima edizione del Giovanni Paisiello Festival diretto da Lorenzo Mattei e organizzato dagli Amici della Musica “Arcangelo Speranza”. Il concerto è stato preceduto dalla consegna del Premio Giovanni Paisiello Festival all’esperto in museografia e architetto Augusto Ressa, coordinatore del comitato tecnico-scientifico che si occuperà dell’allestimento del museo Casa Paisiello. La principale finalità del riconoscimento, istituto nel 2007, è quella di premiare studiosi, personalità del mondo dello spettacolo, ma anche istituzioni, che si sono adoperati per la riscoperta e la promozione di Paisiello e della sua vasta produzione musicale.

Dopo l’esecuzione in prima mondiale in tempi moderni di alcuni mottetti scritti da Paisiello per la Cappella Palatina di Giuseppe Bonaparte ai tempi in cui regnò nelle Due Sicilie, il pubblico ha ascoltato la «Messa in si bemolle per l’Incoronazione di Napoleone» composta dal musicista tarantino per il sontuoso rito svoltosi il 2 dicembre 1804 nella Cattedrale di Notre Dame, ricreata all’interno del Duomo di San Cataldo attraverso uno spettacolare progetto di videomapping che ha accompagnato anche la prima parte del concerto con la rielaborazione di una serie di capolavori di Caravaggio e altri grandi artisti del passato. Protagonisti della serata, i talenti pugliesi dell’Orchestra da Camera e Coro del Giovanni Paisiello Festival diretti da Pierluigi Lippolis, solisti il soprano Mari De Biasi, il tenore Yumeng Ma e il basso Francesco Masilla.

Paisiello compose la Messa per l’incoronazione nell’estate del 1804, poco prima di lasciare Parigi, nella quale era arrivato il 24 aprile del 1802 con l’incarico sia di sovrintendere alla musica sacra della cappella privata del Primo Console nel castello di St-Cloud e nel palazzo delle Tuileries, sia di scrivere due opere all’anno e marce militari ogni mese, anche se poi compose una sola opera, la tragédie-lyrique «Proserpine» recuperata nel 2003 dal Festival della Valle d’Itria di Martina Franca. Paisiello giunse a Parigi su pressante richiesta di Napoleone che, sin dagli anni di gioventù, come testimonia un passo del suo romanzo «Clisson et Eugènie», scritto quand’era un semplice capitano d’artiglieria, nutriva una profonda ammirazione per il compositore tarantino, definitivamente consacrato come uno dei massimi musicisti viventi dopo la composizione della marcia funebre in onore del generale Louis-Lazaire Hoche, nel 1797. Quindi, prima ancora che si autoincoronasse imperatore dei francesi, Napoleone volle il maestro alla corte parigina, dove la breve permanenza di Paisiello venne suggellata con la composizione della Messa per l’Incoronazione e un Te Deum, musiche che rappresentarono il momento centrale della cerimonia a Notre Dame, preceduta da una processione partita dal Palazzo delle Tuileries, da quel momento elevato a rango di residenza imperiale. Durante l’incoronazione, cinquecento tra musicisti, cantanti e attori erano stati organizzati in due orchestre e cori disposti su due tribune appositamente costruite alle due estremità del passaggio di Notre Dame, con la conseguenza di creare un effetto stereofonico al servizio di una grandeur che con Napoleone raggiunse dimensioni davvero spropositate.