FASANO (BR) – S’intitola «Allo specchio» il raffinato programma musicale al quale il virtuoso di viola da gamba Teodoro Baù e lo specialista di tiorba Giulio Petrella daranno vita in un concerto pensato come occasione di confronto e interscambio tra due antichi strumenti originati da un comune antenato. L’appuntamento, realizzato con il Comune di Fasano, è in programma venerdì 19 settembre (ore 18) nel Museo archeologico di Egnazia, per il festival Apulia Antiqua diretto da Giovanni Rota (biglietti 15/10 euro, info 335.1477513).
nascono e si sviluppano nello stesso contesto storico-musicale, ovvero quello delle grandi corti nobiliari intrise della nascente cultura umanistica e neoplatonica tra fine XV e inizio XVI secolo.
Sebbene l’origine di entrambi gli strumenti sia tuttora avvolta nel mistero, alcuni studiosi ipotizzano la loro genesi da un antenato comune, che venne successivamente distinto nella variante «de mano» (il liuto) e «de arco» (la viola da gamba). Al di là di queste ipotesi, i due strumenti fiorirono contemporaneamente ed ebbero un simile sviluppo attraverso l’Europa, fino ad una comune fase di inesorabile declino intorno alla metà del XVIII secolo.
Proprio nell’epoca della scomparsa dei due strumenti dal repertorio, il loro «canto del cigno» si depositò nelle mani degli ultimi grandi virtuosi, fra cui occupano un posto speciale Carl Friedrich Abel per la viola da gamba e Sylvius Leopold Weiss per il liuto. Entrambe queste figure sono legate a Johann Sebastian Bach: il primo studiò alla Thomasschule, proprio quando fra gli istruttori era annoverato il nome di Bach; il secondo era invece un assiduo frequentatore dei Bach, nella cui casa si tenevano documentate sessioni d’improvvisazione durante le quali Weiss riusciva a tenere testa con i suoi liuti al genio creativo del Kantor.
è stata pertanto inclusa la Sonata in la minore per viola da gamba e basso continuo di Abel la cui datazione è incerta, ma un elemento di grande interesse è il ricorrere al suo interno per ben due volte, nell’Adagio e nell’Allegro finale, del tema B.A.C.H. (sib-la-do-si). Gli altri tre brani in programma, la Suite n. 2 in re maggiore e la Suite n. 48 in fa diesis minore di Weiss e il Preludio, Fuga e Allegro in mi bemolle maggiore BWV 998 di Bach, sono originariamente concepiti per il liuto.
La trascrizione per viola da gamba è risultata particolarmente immediata grazie alla natura ibrida della viola da gamba, che canta come uno strumento melodico ma è al tempo stesso in grado di accompagnarsi. Per la realizzazione del basso si è scelta invece la tiorba: evoluzione del liuto, pensata soprattutto per l’accompagnamento, si sviluppò in Italia all’inizio del XVII secolo e venne usata per l’accompagnamento in tutta Europa fino alla metà del XVIII secolo.
Affrontare sulla viola da gamba il repertorio liutistico è come chiudere un cerchio: questi due strumenti, che si sono sviluppati in parallelo incrociando talvolta i propri destini, in questo programma sembrano, infatti, guardarsi allo specchio e vedere riflesse le stesse peculiarità, quasi due volti dello stesso ideale sonoro.
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