Taranto, Labriola su Ilva

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“L’assessore Mazzarano ha idee molto confuse, si schieri con la città”

palazzina Direzione IlvaTARANTO – “Una vendita per solo profitto. La cessione dell’Ilva ad Acelor Mittal, sbandierata ai quattro venti da Palazzo Chigi come la scelta giusta per Taranto, è l’ennesima presa in giro rivolta ai lavoratori, oggi in sciopero, alla città e a tutta la comunità, il frutto amaro di un commissariamento nefasto, che ha visto lo Stato perdere tempo e occasioni, ad escludere a priori una riconversine ambientalmente compatibile dell’economia cittadina. Ad aggiungere preoccupazione a questa realtà, assai drammatica, c’è la lettura dei fatti, non proprio lucida, del neo assessore allo Sviluppo economico Michele Mazzarano, che preme sul pedale di una decarbonizzazione purtroppo inattuabile, in primis per i costi del progetto. Invito l’esponente tarantino del governo regionale a studiare nel dettaglio la vicenda Ilva, e a guardare la realtà in faccia. I tanti decreti Ilva, così come il DL Mezzogiorno, non hanno sciolto e non scioglieranno i nodi che si chiamano nell’ordine: produzione, occupazione, ambiente e salute. Entro due anni oltre 4 mila lavoratori saranno licenziati, senza che per loro siano individuate nel frattempo soluzioni alternative, continueremo ad aspettare un piano ambientale serio, ci si ammalerà ancora per l’aria malsana, e la produzione non soddisferà le esigenze aziendali: un disastro su tutta la linea”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia, esponente della commissione Ambiente alla Camera dei Deputati.
Prima di appiattirsi sulle tesi di Emiliano, Mazzarano ascolti i tarantini, che di Ilva continuano ad ammalarsi e a morire e pretenda di conoscere i dettagli della cessione, sino ad oggi celati dalle parti – prosegue Labriola –. Le chiacchiere di Roma e di Bari stanno a zero. Le risorse per il risanamento e le bonifiche ambientali non sono sufficienti, non basterà di certo quanto patteggiato con i Riva per mettere mano ad un problema di tali dimensioni. Il piano di tutela e ambientale previsto dal DL Mezzogiorno rimarrà in gran parte sulla carta, così come il piano sanitario regionale non porterà a Taranto le strutture di indagine e di cura necessarie”.