Taranto, Labriola su decimo Decreto Ilva

64

“Nessuna soluzione. Renzi valuti il superamento totale”

ON VINCENZA LABRIOLATARANTO – “Dieci decreti Ilva e il gigante malato dell’acciaio di Taranto rimane ancora una volta in mezzo alle sabbie mobili. Il governo nazionale prende tempo per sciogliere alcuni nodi burocratici, a partire dall’esproprio e dalla posizione di Cassa Depositi e Prestiti, che nei piani di Palazzo Chigi avrà il ruolo di garante. Un decreto che sposta i termini per la presentazione delle offerte ma che non risolve e che, fatto oltremodo grave, conferma l’immunità dei futuri proprietari o affittuari, dalle responsabilità penali, amministrative e civili. Fatto inaccettabile pensare che chi guiderà Ilva possa essere esonerato da tali questioni. La recente nuova bufera giudiziaria su un presunto traffico internazionale di rifiuti da parte dei manager dei Riva evidenzia infine come la questione Ilva sia giunta ad un vicolo cieco. Tutto questo accade sulla testa e sulla vita dei tarantini, che intanto continuano a subire drammaticamente i danni di in un ambiente mai bonificato, e oggi gravemente malato”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo per il Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera dei Deputati. “Le intenzioni di Palazzo Chigi sono chiare, fare aumentare il valore dell’azienda, per venderla a chi fornirà le maggiori garanzie industriali, e che potrebbe acquistare con il supporto economico di Cassa Depositi e Prestiti – prosegue Labriola –. In tutto questo ci si dimentica però che l’Ilva, nonostante il commissariamento, appartiene ai Riva. Matteo Renzi tenta di lasciare il segno nella storia salvando e rilanciando il colosso dell’acciaio, che inevitabilmente gli ricadrà a tempo debito sulla testa. Il presidente del Consiglio sia lungimirante e valuti saggiamente la possibilità di una riconversione ecologica dell’economia tarantina, con il superamento di Ilva, come avvenuto nella tedesca Rurh nel decennio scorso. Tale scelta, se sostenuta da politiche economiche adeguate e da progetti di buon senso, potrebbe salvare una città in cui si muore sempre di più”.