Trevisi su turismo nel Salento

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“Destagionalizzare l’offerta attraverso la creazione di percorsi naturalistici legati a parchi se orti botanici”

LECCE – Potenziare il turismo in Salento attraverso la realizzazione di percorsi legati ai parchi regionali e agli orti botanici, con la possibilità di effettuare visite guidate e di assistere a meeting sulla flora presente sul territorio. È la proposta del consigliere del M5S Antonio Trevisi per valorizzare i percorsi naturalistici del Salento. “L’idea – spiega il pentastellato – è quella di valorizzare questa forma di turismo innovativo e sostenibile, attraverso la messa a punto di iniziative di sviluppo, promozione e commercializzazione di prodotti eco-turistici (come Fam Trip e Press Tour) e grazie a strumenti d’identificazione da assegnare agli operatori del settore turistico alberghiero, dell’artigianato e dell’agro-alimentare impegnati in un percorso di qualità e sostenibilità”.

La peculiarità di questa forma di turismo, che rientra più in generale nel turismo naturalistico – prosegue Trevisi – è quella di avere flussi di qualità in periodi di bassa stagione, ad esempio in primavera. Il tutto quindi andrebbe inquadrato nell’ottica di quella destagionalizzazione della “Destinazione Turistica Salento” di cui tanto si sente parlare, ma che non viene mai veramente perseguita. Nell’Alta Murgia e in Valle d’Itria – continua – si è già investito su questo tipo di turismo alternativo. I nostri orti botanici sono vere e proprie enciclopedie sul mondo vegetale, e custodiscono collezioni di piante che si prestano a promuovere iniziative di educazione ambientale. Quando si parla di turismo nel Salento si pensa subito a città come Lecce, Otranto e Gallipoli, ma ci sono polmoni verdi che offrono una varietà indiscriminata di flora. Ad esempio Le Cesine, Porto Selvaggio, il Parco naturale Otranto – Leuca ma anche i Giardini Botanici come “La Cutura” di Giuggianello, un’antica tenuta di campagna costruita nel classico stile rurale di fine ottocento, che è oggi un importante giardino botanico di circa 35 ettari con una delle più ricche raccolte di piante rare grasse e tropicali”.

Le sinergie che si potrebbero creare, secondo il consigliere cinquestelle, sarebbero tante, partendo dalle realtà pubbliche e private presenti sul territorio come gli orti botanici, l’Università del Salento con il suo dipartimento di Scienze e Tecnologie Biologiche e Ambientali che studia da anni le specie botaniche autoctone del territorio, l’Oasi WWF delle Cesine ma anche i parchi Naturali Regionali come Il Parco Naturale Regionale di Porto Selvaggio oppure il Parco Costiero Otranto-Leuca e Boschetto di Tricase che conservano e tutelano numerose specie, tra cui la “quercia spinosa” e la “quercia vallonea” monumenti viventi attirano numerosi turisti specializzati (botanici e paesaggisti su tutti) provenienti da varie parti del mondo.

Conoscere le piante presenti sul proprio territorio è una grande forma educativa – conclude Trevisi – e fare didattica negli orti botanici permetterebbe di avere contemporaneamente una lezione di scienze, storia, arte, biologia ed ecologia. È una realtà con grandi potenzialità e le istituzioni devono collaborare con i proprietari di questi orti per creare un’offerta di qualità che valorizzi le eccellenze botaniche e paesaggistiche che ne fanno parte”.