L’esame delle documentazioni bancarie ed extracontabili acquisite consentirono di ricostruire flussi finanziari di ingenti somme di denaro, quantificati in circa 3 milioni e 500 mila euro. Fu altresì accertato che gli interessi di natura usuraria applicati variavano da un tasso annuo del 70% ad un tasso del 270%. Il citato D.F.G, dopo essere stato sottoposto per quattro mesi agli arresti domiciliari fu rimesso in libertà in attesa di giudizio. A seguito del “patteggiamento” richiesto dallo stesso ed in esecuzione di sentenza definitiva emessa dal G.I.P. del Tribunale di Taranto, si è resa obbligatoria la sua restrizione in carcere, in quanto condannato alla pena della reclusione di 3 anni e 6 mesi.
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