“O la Regione dorme o si tratta di ricorsi di facciata”
LECCE – Il ricorso per conflitto di attribuzione di fronte alla Corte Costituzionale che la Regione Puglia ha proposto contro il Governo in merito al gasdotto Tap “difetta dei necessari requisiti di attualità e originalità” poiché la Regione avrebbe dovuto impugnare il provvedimento di autorizzazione alla realizzazione del gasdotto del 20 maggio 2015. Queste in sintesi le motivazioni della sentenza del 10 ottobre sulle quali si esprime il consigliere regionale M5S Antonio Trevisi da sempre impegnato nella battaglia contro l’approdo del gasdotto TAP:
“Il fatto che la Regione Puglia guidata, ironia della sorte, da un ex magistrato come il Presidente Emiliano, non riesca a presentare un ricorso ammissibile – dichiara – apre la strada a due evidenti alternative: o la Regione non si è mossa nei tempi dovuti per esercitare tutti i propri diritti e doveri sulla vicenda del gasdotto o semplicemente i ricorsi presentati sono azioni di facciata che servono solo a scaricare le proprie colpe “altrove” mentre non esiste una concreta volontà, da parte del governo Emiliano, di fermare l’approdo del gasdotto TAP nè tantomeno di intaccare gli interessi di SNAM. E, nel frattempo – prosegue Trevisi – mentre nei palazzi si dorme o si finge di dormire, la Trans Adriatic Pipeline cerca di sfruttare ogni momento utile per portare avanti nel silenzio i lavori necessari per l’apertura del cantiere di un’opera che non serve alla Puglia; e i danni arrecati al territorio e i costi sociali ed economici crescono di giorno in giorno”.
“Emiliano – incalza il consigliere salentino – abbia il coraggio di ammettere che su TAP ha illuso fino ad oggi i pugliesi e getti la maschera una volta per tutte, i danni arrecati alla Puglia dal suo malgoverno non si calcolano più in ogni settore: noi del Movimento 5 Stelle abbiamo già scritto una mozione di sfiducia nei suoi confronti e per presentarla ci mancano solo tre firme che devono arrivare da consiglieri di altri partiti, dunque – conclude – rinnoviamo l’appello a tutti coloro che, magari anche in seguito a vicende come queste, si stracciano pubblicamente le vesti a passare dalle parole ai fatti firmando la nostra mozione. O si affronta il problema o si è parte del problema”.
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