Processo ILVA: rigettata la richiesta di esclusione, Osservatorio Nazionale Amianto confermato parte civile

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Il presidente, Avv. Ezio Bonanni: “Basta con la strage silenziosa dei lavoratori e cittadini di Taranto, la politica imponga la bonifica e la messa in sicurezza dell’ILVA e si occupi della tutela della salute di tutta la collettività”

TARANTO – Dinanzi il Tribunale di Taranto si è tenuta l’udienza preliminare di uno dei filoni del processo Ilva che vede imputati 12 ex Dirigenti per l’omicidio colposo di tre lavoratori (deceduti per mesotelioma) e per le lesioni colpose di un altro lavoratore. Il G.u.p., Rita Romano, ha rigettato la richiesta di estromissione dell’Osservatorio Nazionale Amianto della difesa degli imputati.

E’ stata invece ammessa la costituzione di parte civile dell’O.N.A. Onlus, in quanto ente esponenziale rappresentativo della categoria delle vittime dell’amianto. L’associazione è operativa da più di 11 anni nella città di Taranto e nel resto di Italia, e fornisce assistenza gratuita, tecnica, medica e legale per tutti i cittadini e lavoratori esposti ad amianto e ad altri cancerogeni. Nel caso di specie l’ONA, unitamente al suo presidente, Avv. Ezio Bonanni, hanno invocato la tutela anche preventiva, con la bonifica e messa in sicurezza dell’impianto siderurgico con la rimozione dell’amianto e degli altri cancerogeni, e avanzato l’ipotesi di una responsabilità in solido degli apparati pubblici, non solo perchè lo stabilimento è stato istituito dallo Stato e/o era a partecipazione statale, ma anche perchè vi fu un difetto di vigilanza, ovvero una certa accondiscendenza rispetto a coloro che si sono resi responsabili della violazione delle norme di sicurezza in materia di amianto e di altri cancerogeni. Nella città di Taranto vi è la più alta incidenza di cancro, anche tenendo conto della popolazione generale. Sono numerosi i casi di leucemia e di altre patologie causate anche a coloro che mai hanno messe piede nello stabilimento. L’epidemia ha coinvolto anche i bambini. Per questi motivi, si configura il c.d. disastro ambientale.

Il G.u.p. ha poi autorizzato la citazione dei Responsabili civili indicati dall’O.N.A. Onlus nell’atto di costituzione di parte civile, ossia la Presidenza del Consiglio dei Ministri, in persona del presidente p.t., e del Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per l’Impresa e l’Internazionalizzazione, che verranno citati per la prossima udienza. Accolte le tesi di Bonanni che nel processo, si è costituito parte civile con l’Avv. Fabio Alabrese, del Foro di Taranto, sempre più determinato nella sua: “battaglia di legalità per assicurare giustizia ai lavoratori dell’Ilva, ai loro familiari, e alla popolazione civile per il risarcimento dei danni subiti”. “E’ inaccettabile che sia stato creato un danno all’ambiente così rilevante da mettere al rischio anche la popolazione generale, comprese le future generazioni – dichiara ancora il legale – la Magistratura non basta, è necessario un intervento della politica, che deve guidare lo sviluppo e l’attività imprenditoriale assicurando il rispetto dei diritti dei lavoratori, la tutela dell’ambiente e della salute”. Il G.u.p. ha rinviato la causa al 21 gennaio 2020.