Trevisi (M5S) chiede chiarimenti ad AQP
PORTO CESAREO (LE) – “È necessario avere chiarimenti sull’attuale stato di completamento dei lavori relativi alla rete idrica e fognaria a servizio dell’area urbana di Porto Cesareo”. Lo dichiara il consigliere del M5S Antonio Trevisi che ha inviato ad AQP una richiesta per conoscere il cronoprogramma dei lavori per il completamento della rete idrica e fognaria di Porto Cesareo e della località La Strea.
L’agglomerato di Porto Cesareo e Nardò è stato oggetto di procedimento di contenzioso da parte dell’Unione Europea, giunto a sentenza di condanna per lo Stato Italiano nel luglio 2012, per il mancato adeguamento del sistema di depurazione nell’abitato di Porto Cesareo alle indicazioni della Direttiva 91/271CEE, che dispone, tra le altre cose, che gli agglomerati siano provvisti di reti fognarie entro scadenze temporali ben definite.
“Negli ultimi anni – spiega il pentastellato – sono stati programmati una serie di interventi per superare la procedura di infrazione, ma, nonostante siano stati messi a disposizione ingenti finanziamenti, l’agglomerato di Porto Cesareo ancora oggi è privo di un efficace sistema fognario-depurativo e si registrano numerosi ritardi nel completamento dei lavori. Per questo ho chiesto ad AQP di conoscere il cronoprogramma dei lavori: l’assenza di una infrastruttura così importante espone infatti cittadini e turisti a un serio rischio igienico-sanitario e rischia di compromettere i delicati ecosistemi marini e terrestri presenti”.
Il 17 ottobre scorso la Procura di Lecce ha disposto il sequestro del cantiere per la realizzazione della rete fognaria, a causa della presenza di una macchia scura in mare all’altezza dello sbocco della condotta delle acque piovane, nella quale sembrerebbe che la ditta aggiudicataria abbia convogliato le acque di falda del cantiere.
“Questi episodi destano grande preoccupazione – continua Trevisi – in quanto le acque di falda dell’abitato di Porto Cesareo sono fortemente compromesse a causa dell’assenza di impianti di trattamento appropriato e del deposito temporaneo delle acque reflue in vasche che spesso non sono a tenuta stagna. Pertanto lo sversamento in mare delle acque di aggottamento rischia di immettere inquinanti nell’ecosistema marino. Chiediamo quindi che l’infrastruttura fognaria sia realizzata assicurando al contempo la tutela dei luoghi e dei delicati equilibri dell’ecosistema marino e costiero che rappresenta la risorsa fondamentale del territorio”.
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