Parco Mar Piccolo di Taranto, vincoli opprimenti sono incompatibili con sviluppo sano di aziende agroalimentari e turismo

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luca lazzàro_e lucia cavallo

I dettagli

TARANTO – Per Confagricoltura Taranto i vincoli imposti dal progetto del Parco del Mar Piccolo sono incompatibili con lo sviluppo dell’agroalimentare e del turismo per il territorio ionico. «La nostra organizzazione di categoria – sottolinea Lucia Cavallo, vicepresidente Confagricoltura Taranto – è stata la prima a proporre un’alternativa alle industrie pesanti che hanno forti ricadute sull’ambiente e sulla salute. Adesso dobbiamo costruire, passo dopo passo, questa nuova economia alternativa. Ma non possiamo certo supportare questa idea di sviluppo, basata sull’agroalimentare e sul turismo, se si applicano i vincoli opprimenti del Parco Naturale Regionale del Mar Piccolo alle attività produttive sane ed ecocompatibili».

«Noi siamo per lo sviluppo dell’impresa agroalimentare e del lavoro ad essa connesso e, ovviamente, siamo sostenitori e primi fautori della tutela dell’ambiente, ma senza concertazione con chi nell’area del Mar Piccolo vi abita e vi lavora, il progetto del Parco non potrà rappresentare uno strumento di valorizzazione del territorio tarantino», sottolinea Lucia Cavallo.

Confagricoltura, è da rilevare, è stata la prima voce fuori dal coro a giugno scorso durante la riunione della V commissione consiliare, incontro nel quale fu affrontata la proposta del Parco del Mar Piccolo.

Luca Lazzàro, presidente Confagricoltura Puglia e Confagricoltura Taranto, durante la seduta mostrò per primo perplessità sulla perimetrazione delle aree e preoccupazione per l’inserimento di ulteriori restrizioni che penalizzerebbero le attività di agricoltura intensiva.

Le questioni sollevate dall’associazione degli agricoltori sono anche di natura tecnica.

«L’organizzazione – spiega il direttore di Confagricoltura Taranto Carmine Palma – non è pregiudizialmente contraria all’istituzione di strumenti utili a tutelare e valorizzare il territorio, ritiene però indispensabili alcune puntualizzazioni affinché le attività agricole e zootecniche presenti nella zona non ne siano definitivamente compromesse».

Tra i problemi caldi che l’organizzazione non intende sottovalutare ve ne sono di strettamente legati al mondo del lavoro e dell’ambiente. Secondo un’analisi tecnica di Confagricoltura Taranto, il Parco del Mar Piccolo così come presentato dalla Regione, danneggerebbe il normale svolgimento dell’attività delle aziende agricole e zootecniche; limiterebbe fortemente la capacità di espansione e di crescita delle attività imprenditoriali; non apporterebbe significativi benefici alla salvaguardia dell’ambiente; metterebbe a rischio la sopravvivenza delle aziende.

Invece, Confagricoltura Taranto guarda a un progetto condiviso, preventivamente discusso con le attività interessate, e propone che la gestione dell’area sia affidata a chi nell’area ci vive e ci lavora.

Su questi principi base, quindi, avanza le proposte tecniche.

«L’organizzazione – dice il direttore di Confagricoltura Taranto – chiede, in ogni caso, che la perimetrazione del Parco Naturale Regionale del Mar Piccolo sia limitata effettivamente ad aree circoscritte del Mar Piccolo e che vengano escluse, quindi, tutte le aree intensamente coltivate e boschive nelle quali operano attività produttive».