M5S su piano regionale amianto

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trevisi

“Sollecitare i pugliesi ad autodenunciare le strutture pericolose”

LECCE – I consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle Antonio Trevisi, Antonella Laricchia e Cristian Casili hanno depositato un’interrogazione indirizzata all’assessore all’Ambiente Filippo Caracciolo per richiedere maggiori interventi di informazione e comunicazione finalizzati a sollecitare tutti i pugliesi che non lo avessero già fatto, ad autodenunciare le eventuali strutture in amianto presenti nelle loro proprietà. Nella stessa interrogazione i cinquestelle chiedono alla Giunta se siano già state stanziate risorse finalizzate a tutelare lavoratori e/o semplici cittadini colpiti da neoplasie riconducibili all’amianto.

Secondo il “Piano regionale definitivo di protezione dell’ambiente, decontaminazione, smaltimento e bonifica ai fini della difesa dai pericoli derivanti dall’amianto in Puglia”, l’amianto costituirà un problema ancora per lungo tempo: alcune stime previsionali, infatti, fanno presagire un picco di incidenza e di mortalità atteso per il 2015-2020 quando per i lavoratori nati fra il 1940 e il 1950 ed esposti all’amianto intorno agli anni ‘80, sarà trascorso il periodo di latenza e avranno raggiunto l’età per l’incidenza del mesotelioma.

La Regione Puglia allo scopo di avviare le attività di censimento disciplinate dal Decreto del Ministro dell’Ambiente n. 101 del 18 marzo 2003, ha effettuato una mappatura dell’intero territorio regionale con il sistema di riprese MIVIS (Multispectral Infrared & Visible Imaging Spectrometer). In totale sono stati coperti 1.932.671 ettari di terreno corrispondente all’intera superficie della regione Puglia.

In vista della prossima scadenza del termine, ulteriormente prorogato al 21/04/2018, per la conclusione dell’attività di censimento attraverso autonotifica, i cinquestelle chiedono di sapere se la Regione abbia già provveduto a individuare tutti gli strumenti atti a pubblicizzare adeguatamente tale censimento con azioni informative alla cittadinanza soprattutto in quei comuni nei quali si sta registrando un numero inferiore di autodenunce rispetto alla media, rendendo facilmente fruibili tutte le tipologie di informazioni raccolte.

Vorremmo inoltre sapere – proseguono – se siano state previste adeguate risorse finanziarie ed interventi volti ad istituire idonei programmi di sorveglianza sanitaria dei lavoratori esposti ad amianto e dei soggetti che hanno contratto casi di mesotelioma maligno dovuti ad esposizione extralavorativa e se, al contempo, siano già state individuate adeguate risorse da destinare all’istituzione del Fondo regionale in favore dei cittadini colpiti e/o deceduti per neoplasie da asbesto contratte per motivi non riconducibili all’ambiente di lavoro, previsto dal PRA. Il Piano – concludono – rappresenta uno strumento di censimento e di aggiornamento della conoscenza che per essere davvero utile deve rendere disponibili i dati raccolti in tempi celeri al fine di permettere, alla Giunta, ma anche al Consiglio Regionale, ai cittadini, alle associazioni e agli enti competenti la possibilità di mettere in atto e proporre tutti gli interventi e mettere a disposizione le risorse necessarie per le attività di bonifica e di sorveglianza sanitaria.”