“Più forza e più sicurezza per il credito cooperativo”
“La norma – prosegue il deputato barese – punta prima di tutto alla ristrutturazione del sistema bancario. Con l’obiettivo fondamentale di rafforzare gli istituti e sostenere più efficacemente l’economia reale e la crescita del paese. La riforma ridisegna il sistema del Credito Cooperativo italiano, introducendo forti elementi di innovazione”.
“Il nodo centrale consiste nell’introduzione dell’obbligo di aderire ad un gruppo bancario cooperativo che abbia come capogruppo una società per azioni. Tale società dovrà possedere un capitale sociale da almeno un miliardo di euro e svolgerà attività di direzione e coordinamento sulle singole BCC. Tuttavia, il Ministero dell’Economia potrà ridurre per decreto a meno del 51% la quota di controllo delle Bcc, nel caso fosse necessario reperire capitali freschi sul mercato”.
“La parte maggiormente importante della riforma – afferma il Presidente del Consiglio Giurisdizionale della Camera dei Deputati – riguarda le misure a beneficio dei consumatori:
1. Disinnescato l’invio di 50mila cartelle esattoriali agli italiani attraverso un emendamento che estende lo sconto del 30% sul pagamento delle multe;
2. Per il 2016 si riduce drasticamente l’imposta di registro, ipotecaria e catastale, delle vendite di immobili in esito a procedure esecutive (misura fissa di 200 euro anziché il 9% del valore di assegnazione);
3. Viene definitivamente chiarito il divieto di anatocismo, mettendo fine all’odiosa pratica bancaria che, facendo pagare interessi sugli interessi, gonfia progressivamente la somma da restituire alla banca in caso di prestiti”.
Conclude Losacco: “Gli articoli che riguardano la riforma delle BCC rappresentano un testo equilibrato tra l’esigenza di rafforzamento del sistema e l’esigenza di non entrare nel gruppo bancario cooperativo. E’ il caso di soffermarsi sull’atteso divieto di anatocismo bancario, da sempre una grande battaglia del Partito Democratico. Le norme del decreto, infatti, ne puntualizzano il divieto e sono subito applicabili ai risparmiatori italiani. Solo nel 2015, la sua mancata applicazione è costata ai consumatori circa 2 miliardi di euro. Questo decreto è un tassello importante di un mosaico che dovrà essere completato al più presto. Il fine è uno solo: rafforzare il sistema bancario per renderlo più funzionale alla crescita dell’economia reale. Ma sarà fondamentale l’esigenza di tutelare il cittadino nel suo rapporto con il mondo della finanza”.
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