Laterza: investe un cane randagio e danneggia l’auto, ma l’Asl di Taranto non risponde

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E’ successo in agosto a un giovane di Laterza, nei pressi della pineta comunale: l’auto ha riportato danni per quasi 2.500 euro. L’Asl è responsabile ma finora nessun risarcimento

LATERZA (TA) – Investe un cane randagio, riesce miracolosamente a mantenere il controllo dell’auto e a uscire illeso dall’impatto, ma la vettura riporta danni ingenti. E, al solito, per ottenere il risarcimento è un’odissea, perché l’Azienda sanitaria, a cui per legge compete, appunto, il recupero dei cani randagi, non risponde.

La disavventura è capitata, l’estate scorsa, a un ventottenne di Laterza (Taranto) e alla mamma, proprietaria della macchina, che per essere assistiti, attraverso l’area manager Luigi Cisonna, si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini. Studio3A peraltro segue parecchi incidenti sul genere tra cui uno tragico, vicino e recente, successo tre mesi fa a Polignano a Mare, di cui è rimasto vittima un imprenditore di soli 48 anni, di Turi, Giuseppe De Michele, deceduto dopo una rovinosa caduta in moto provocata proprio da un pastore tedesco, pure questo randagio, che gli aveva improvvisamente attraversato la strada.

Il 18 agosto il giovane, finito di fare jogging all’interno della pineta comunale della sua città, ha raggiunto nel parcheggio la Skoda Fabia della madre con cui era arrivato ed è ripartito per rincasare quando, poco prima delle 21, poco fuori l’ingresso della “Scivolizzo”, percorse poche decine di metri sulla Provinciale 16, un cane di taglia medio-grande nero, risultato poi randagio, ha attraversato all’improvviso mentre stava sopraggiungendo, sbucando dalla sua destra, da un’apertura sulla strada: impossibile evitarlo, nonostante la velocità ridotta che teneva la macchina. Per fortuna il giovane non non si è fatto nulla, ma l’animale purtroppo non ha avuto scampo e l’auto ha riportato pesanti conseguenze nella parte anteriore: danni per 2.366 euro, sulla base del preventivo di riparazione della carrozzeria a cui la proprietaria del mezzo si è rivolta, più i disagi, compreso il fermo tecnico per alcuni giorni del veicolo in officina.

Sulla dinamica dei fatti non sussiste dubbio alcuno, non solo perché all’investimento hanno assistito alcune persone, ma anche e soprattutto perché è stata chiamata ed è intervenuta in loco una pattuglia della polizia locale di Laterza, che ha potuto constatare di persona la presenza del povero cane, risultato privo di microchip, riverso sull’asfalto e dell’auto danneggiata, fotografare e verbalizzare tutto.

Studio3A ha acquisito tutta la documentazione, in primis il rapporto degli agenti, il preventivo del carrozziere e le testimonianze di quanti avevano visto l’incidente, tra cui spicca quella di un ventisettenne di Marina di Ginosa domiciliato a Laterza, che pure stava rientrando dopo aver fatto jogging, e che ha anche riferito di come la zona della pineta sia caratterizzata da tempo dalla presenza incontrollata di cani randagi, con relativi pericoli non solo per i veicoli in transito ma anche per l’incolumità di ciclisti e pedoni. Che il randagismo sia una piaga in tutta Puglia e anche a Laterza, del resto, non è un mistero: il Comune, per contrastare il fenomeno, promuove l’adozione dei cani randagi al punto da aver approvato un regolamento ad hoc, e come dimenticare che uno dei quattro zampe – una per la precisione – scelti come mascotte del noto programma “Striscia la Notizia”, all’inizio di quest’anno, arrivava dal canile sanitario comunale di Laterza, che ne accoglie circa trecento.

Studio3A ha quindi inviato tutti i documenti, a corredo della richiesta danni, all’Asl di Taranto. La Cassazione infatti, esprimendosi su uno dei tanti casi sul genere accaduti in Puglia, con la nota sentenza n. 17060/18, chiarendo competenze e responsabilità in riferimento alla Legge della Regione Puglia n. 12/3 aprile 1995, ha concluso che “dal quadro normativo risulta evidente che funzione tipica dell’obbligo giuridico di recupero dei cani randagi, posto a carico dei Servizi veterinari delle Asl, è quella di prevenire eventi dannosi quale quello per cui è causa”, escludendo che ricorra anche l’obbligo giuridico del Comuni. “Non vi è invece un dovere a carico dei Comuni di recupero e cattura dei cani randagi quale obbligo giuridico la cui violazione possa integrare una fattispecie di responsabilità civile”. Ergo, il risarcimento va richiesto all’Azienda Sanitaria.

Ma nonostante il fatto sia acclarato, la presenza di cani randagi nella zona non possa certo definirsi un “caso fortuito” ed eccezionale, e nonostante i recenti e autorevoli chiarimenti giuridici in materia escludano la possibilità dei consueti scaricabarile di responsabilità tra più enti, l’Azienda sanitaria e il suo Servizio veterinario in ormai tre mesi non si sono neppure degnati di dare una risposta ai numerosi solleciti.