Bari

Bari, convegno sul nuovo regolamento UE sulla protezione dei dati personali nel Teatro Petruzzelli

Presente anche il sindaco Decaro

BARI – Questa mattina il sindaco e presidente ANCI Antonio Decaro è intervenuto al convegno sul tema “Nuovo regolamento UE in materia di protezione dei dati personali. Sviluppi e impatti per i soggetti pubblici: il garante incontra la pubblica amministrazione”, in corso nel Teatro Petruzzelli.

L’evento, organizzato dalla segreteria generale della Presidenza della Regione Puglia in collaborazione con l’Autorità Garante per la Protezione dei dati, è finalizzato a presentare il nuovo Regolamento (UE) 2016/679 “Regolamento generale in materia di protezione dei dati”, che entrerà in vigore il prossimo 25 maggio e accompagnare il processo di adeguamento dei soggetti interessati alle nuove norme.

Ringrazio Antonello Soro e tutti i componenti dell’Ufficio del Garante per la protezione dei dati personali – ha esordito Antonio Decaro – per aver scelto la nostra Città come una delle tappe del percorso nazionale di incontro tra il Garante e la Pubblica Amministrazione.

Presidente Soro, il nostro ringraziamento non è di circostanza, perché la tua presenza e l’occasione di questo confronto sono per noi amministratori, che quotidianamente dobbiamo applicare un complesso sistema di norme, un’occasione unica per comprendere come orientarci e districarci nell’attuale groviglio normativo.

Lo dico anche come presidente dell’ANCI: è importante per noi, qui, oggi, poter segnalare la necessità, direi non più prorogabile, di ricercare e individuare sinergie istituzionali tra enti locali e organismi nazionali per individuare forme di collaborazione che ci aiutino a non gravare e appesantire l’organizzazione amministrativa tenendo sempre presente l’obiettivo di servire le nostre comunità.

Il compito di noi amministratori, nella delicata partita della privacy, è quello di trovare un punto di equilibrio tra il legislatore che fa le norme e chi, come noi sindaci, le traduce in sistemi di garanzia e tutela dei cittadini relativamente ai molti dati personali che trattiamo.

Un equilibrio tra le esigenze di chi possiede le informazioni e di chi ha diritto legittimo alla riservatezza.

Oggi, ad esempio, abbiamo un’esigenza fondamentale, che è quella di evitare che i cittadini si trasformino in bersagli umani per le aziende che utilizzano i moderni strumenti per mirare meglio la loro azione di marketing, penso al telemarketing, alla profilazione, agli annunci mirati. Dobbiamo difendere il diritto dei cittadini a non essere tormentati dalle telefonate, dallo spamming via mail, dal monitoraggio continuo rispetto ai propri gusti e ai propri consumi o stili di vita.

L’altra faccia di questa medaglia sono la tutela e la sicurezza dei soggetti deboli, con cui spesso noi sindaci abbiamo a che fare. Ci stiamo, per esempio, interrogando sul punto di equilibrio che sta tra il diritto alla riservatezza e al libero esercizio delle proprie funzioni e quello alla sicurezza, pensiamo al caso delle telecamere negli asili che in questi anni ci hanno permesso di venire a conoscenza di tanti comportamenti illeciti. Allo stesso tempo il legislatore deve tutelare i diritti di tanti educatori che a scuola lavorano e hanno pienamente il diritto di farlo senza incorrere in quella una pratica collettiva dei “due minuti d’odio” che veniva esercitata dal famigerato governo del Grande Fratello così magistralmente raccontato nel romanzo 1984 di George Orwell.

Qual è allora questo punto di equilibrio? Certo è difficile individuarlo. Soprattutto oggi che il mondo della privacy è tanto complesso quanto sfaccettato perché tiene insieme la dimensione privata e quella pubblica dei cittadini spesso fuse nel processo che ormai la realtà virtuale ha innescato.

Penso ai social network, di cui finalmente il nuovo regolamento tratta. La cosiddetta piazza virtuale, che ormai è diventata a tutti gli effetti una piazza reale dove l’esposizione è amplificata, nel bene e nel male, e dove il rispetto della riservatezza e dei dati personali è ai minimi storici.

E ancora una volta dobbiamo interrogarci sui soggetti più fragili che rischiano di pagare le conseguenze più amare di questa deregolamentazione, per esempio il cyber bullismo e la fragilità dell’identità degli adolescenti che si misurano con una sorta di realtà aumentata che può davvero essere pericolosa. Ecco, credo sia questa la sfida più importante che le istituzioni devono affrontare oggi: proteggere non solo i dati personali ma le persone in carne e ossa da un mercimonio di nomi, cognomi e date di nascita, senza però fare passi indietro rispetto a quella sacrosanta battaglia che per decenni abbiamo combattuto sui processi trasparenti e sull’accesso alle informazioni che ci permette di acquisire coscienza critica e di controllare quello che accade intorno a noi.

Di nuovo grazie per questa occasione di incontro e confronto e buon lavoro a tutti”.

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