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A Bari una rete solidale per l’inclusione

L’obiettivo è quello di sostenere forme di cittadinanza attiva e solidale

BARI – “Essere Comunità, rete solidale per l’inclusione” è un programma promosso dall’assessorato comunale di Bari al Welfare per ampliare occasioni di inclusione sociale, confronto interculturale e sostegno in una dimensione di reciprocità e parità. L’obiettivo è sostenere forme di cittadinanza attiva e solidale, esperienze di accoglienza in famiglia alla pari, creazione di percorsi educativi integrati che favoriscano forme di peer education e mutuo aiuto tra persone di culture diverse.

All’appello lanciato dall’amministrazione comunale un mese fa hanno risposto singoli cittadini, associazioni, realtà istituzionali e comunità straniere presenti sul territorio cittadino. Sono già 70 i cittadini baresi e circa 100 i migranti che si sono resi disponibili ad offrire le proprie competenze e il proprio tempo per la realizzazione delle attività. A questi si aggiungono le associazioni Eugema onlus, Mama Africa, MardiLevante, Antheas, Scritture in cerchio, Convochiamociperbari, la cooperativa sociale. AL.I.c.e. AreArtiEspressive, l’Università degli Studi “Aldo Moro” di Bari, la ASL di Bari, il progetto SPRAR (Etnie onlus e Arci Bari), il CARA, i sindacati, la Comunità per minori non accompagnati, il Centro diurno per anziani, la rete dei Centri di ascolto per famiglie e Centro aperti polivalenti per minori, Centro diurno Area51, la Biblioteca dei Ragazzi/e, la Mediateca regionale, l’Officina degli Esordi, le parrocchie.

Le azioni sono realizzate nell’ambito dei servizi e delle strutture del welfare cittadino attraverso un’equipe socio-pedagogica e interculturale di sostegno che vede il coinvolgimento di mediatori culturali e tutor sociali, in rete con l’ufficio Migrazioni del Comune di Bari, gli operatori e gli psicologi dei servizi del welfare. In questo modo è possibile offrire luoghi di ascolto e laboratori accoglienti e attrezzati, permettere la sostenibilità e la replicabilità, fornire ulteriori occasioni di incontro e confronto informali e garantire una più ampia offerta di orientamento, supporto e segretariato sociale, anche dopo la conclusione delle attività.

Il progetto, attualmente in fase di avvio, prevede diverse fasi di realizzazione. È stata già creata la banca dati dei volontari che hanno aderito compilando il modulo online sul sito del Comune, e si sono svolti la scorsa settimana i primi due incontri formativi e motivazionali per i volontari coinvolti. È stato inoltre delineato il programma di massima delle attività in base all’incrocio delle disponibilità, degli spazi e delle risorse.

In questi giorni, sul territorio cittadino e nei luoghi di aggregazione sociale, è in corso l’attività di promozione delle azioni previste, con l’obiettivo di raccogliere i nominativi dei partecipanti italiani e migranti e di procedere alla formazione dei gruppi a seconda dei diversi ambiti di interesse.

Già dalla prossima settimana saranno avviati i laboratori.

Attivato il Percorso di narrazione collettiva e lettura animata organizzato negli spazi della Biblioteca dei Ragazzi/e, a parco 2 Giugno: diciotto incontri di lettura animata per bambini di 4 anni in lingua italiana e nelle lingue autoctone dei migranti, tre dei quali già partiti.

Tra le attività previste, quattro orti urbani – per i quali sono già stati individuati i terreni disponibili – ai laboratori di conversazione in italiano a supporto alla conoscenza della lingua e di alfabetizzazione informatica; dalle attività di arte terapia e narrazione dei vissuti dei partecipanti ai laboratori di artigianato – writing , riciclo creativo, restauro e officina dei saponi – fino all’allestimento di una biblioteca di quartiere nel Centro Anziani e ad un percorso di formazione, educazione e prevenzione rivolto a bambine e bambini immigrati di seconda generazione (peer education).

“Essere comunità è un progetto ambizioso – dichiara Francesca Bottalico – che sta muovendo un’intera città per realizzare occasioni concrete di confronto, conoscenza e scambio al fine di favorire esperienze di cittadinanza attiva e solidale. Ad oggi tra cittadini, rete del welfare e rete interistituzionale del progetto sono coinvolte più di trecento persone, che condividono l’obiettivo di dimostrare che insieme si può davvero dar vita a un modello di intercultura propositivo e operativo. Oggi presentiamo il primo ciclo di interventi in modo da lanciare la fase di promozione e formazione dei gruppi dei partecipanti. La città ha risposto in modo forte e inequivocabile al nostro appello, offrendo competenze, passioni, e disponibilità ‘inimmaginabili’ solo fino a qualche tempo fa. Grazie a questa grande partecipazione abbiamo messo in piedi un programma ricco e variegato, consapevoli che si tratta solo dell’inizio di un percorso che potrà ampliarsi nel tempo se altri vorranno condividerlo. Il programma delle attività, che sarà tradotto in più lingue, tocca tutti i quartieri della città, com’è giusto che sia, per dare a tutti, italiani e migranti, l’opportunità di partecipare. Noi crediamo che questo significhi fare comunità in un’ottica interculturale, lavorare fianco a fianco in una dimensione paritaria in cui ciascuno impara dall’altro e, nel farlo, ha l’occasione di superare paure e diffidenze”.

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