Tre riconoscimenti agli studenti di Architettura del Poliba per i progetti dedicati ad Alberobello e Trani

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l'antico mulino alberobello

I progetti di riqualificazione, valorizzazione urbana dell’area esterna alla zona monumentale di Alberobello e di un’area periferica di Trani si distinguono tra le 64 proposte in concorso al premio SACU. Tema dell’edizione 2020: “Città futura: Progetti di rinnovamento urbano”

BARI – Ben tre riconoscimenti, su nove, sono stati attribuiti ad altrettanti progetti elaborati dagli studenti di architettura del Poliba, in gara alla XXX edizione del Premio SACU di Camerino (MC).

Lo ha decretato l’apposita commissione che ha passato in rassegna ben 64 proposte in concorso nella corrente edizione 2020 su tema: “Città futura: Progetti di rinnovamento urbano”.

Alberobello, città famosa in tutto il mondo per i suoi trulli, patrimonio UNESCO, simboli della Puglia, non è solo il quartiere monumentale, quello più cercato, più fotografato. C’è un’altra Alberobello, meno conosciuta e valorizzata, cerniera dell’intorno ai trulli monumentali, costituita da abitazioni, palazzi storici, strade piccole e grandi come quella principale che dalla piazza del Municipio conduce al sagrato della chiesa dei S.S. Medici.

“Alberobello e la murgia dei trulli” è anche il titolo della tesi di ricerca della laurea selezionata al Premio SACU di Camerino che ha coinvolto i neo architetti: Roberta Occhionigro e Maria Pia Tridente di Bisceglie (BT), Antonella Roma di Carovigno (BR), Emma Sabatelli di Turi (BA), Ilaria Stea di Sannicandro di Bari (BA) e Raffaele Tarallo di Deliceto (FG). Relatori: proff. Matteo Ieva e Loredana Ficarelli con il team di docenti: proff. Ignazio Carabellese, Gian Paolo Consoli, Antonio Labalestra, Domenico Pastore, Nicola Scardigno.

Premessa. La storia di “Alboris Belli” è relativamente recente. Proprietà e feudo della contea degli Acquaviva d’Aragona di Conversano, a cui deve la fondazione ad inizio 1600, si sviluppa e diviene “Universitas” solo nel 1797 e Comune più tardi con Giuseppe Bonaparte e Murat. La condizione amministrativa autonoma, lo sviluppo della comunità portano ad una espansione della città oltre la parte antica. Materiali e tecniche costruttive vengono in parte utilizzate per nuove e più grandi volumetrie, l’impiego della calce nell’ottocento a cui si sostituisce il cemento in pieno novecento accelera il processo di espansione in molti casi proponendo, nelle aree più periferiche, soluzioni architettoniche e urbanistiche talvolta incongrue.

La tesi di ricerca prende in esame quella parte del territorio di Alberobello prossima alla chiesa dei S.S. Medici, ponendosi come obiettivo la riqualificazione del contesto storico e, allo stesso tempo, si concentra sulla progettazione di una “porta urbana”. Nonostante le prescrizioni UNESCO siano concentrate sui rioni monumentali, si riconosce l’importanza del centro storico ambientale anche ai fini di una possibile evoluzione concettuale del tipo del trullo, modificato e adattato alle mutate esigenze abitative.

L’analisi tipologica effettuata sul tessuto urbano storico ha consentito di individuare gli elementi componenti e i relativi sistemi aggregativi, utili alla definizione di linee guida per il restauro urbano e per il progetto. La tesi studia le tecniche e i materiali tradizionali impiegati al fine di tracciare linee guida per preservare il carattere storico dell’area e delle tipologie architettoniche esistenti. Tali previsioni operative proposte nel lavoro di ricerca hanno lo scopo di indirizzare gli interventi ammissibili e correggere le operazioni svolte in maniera non conforme.

La proposta progettuale riguarda invece un’area periferica e inedificata della città, in cui si colloca un mulino dismesso. L’intervento prevede la realizzazione di edilizia residenziale monofamiliare di piccolo taglio, in rispetto della vocazione del luogo e al carattere del tessuto esistente, di cui ne aggiorna la concezione. L’ex mulino, recuperato in quasi tutta la sua volumetria e considerato come importante risorsa per la comunità, viene trasformato in museo della cultura della Valle d’Itria.

Nuove forme dell’abitare: edificazione di un’area periferica di Trani invece, è il progetto degli studenti del secondo anno di Architettura: Alessia Biagiotti di Taranto, Martina De Cosmo, Valenzano (BA), Francesca Fariello, Trani (BT), sviluppato nel corso del Laboratorio di Progettazione Architettonica 2, dei proff. Matteo Ieva e Nicola Scardigno – DICAR.

Lo studio propone la trasformazione di un’area della periferia di Trani, nel quartiere Sant’Angelo, compresa tra via Grecia, viale Germania e via Austria.

Lo scopo della ricerca progettuale è la realizzazione di un piccolo complesso di residenze ed edifici pubblici concepiti nel pieno rispetto della sostenibilità con una equilibrata condivisione degli spazi e delle attività di coloro che abitano il quartiere.

Lo studio individua in Via Grecia il percorso attualmente più importante e da questi impianta altre percorrenze che definiscono una precisa gerarchia e organicità dell’insieme. Riprendendo la tradizione delle tipologie edilizie moderne aggiornate con le istanze contemporanee, si prevede di collocare in prossimità di un Liceo Scientifico due edifici pubblici a servizio dell’intera comunità tranese: una biblioteca e un auditorium. Il tessuto urbano che si viene a configurare definisce una maglia ortogonale con strade carrabili e spazi pedonali che permettono la fruizione in tutti gli isolati.

Anche la proposta progettuale di “rinnovamento urbano” delle studentesse Maria Giovanna Pansini e Dorotea Tattoli di Molfetta (BA), è riferita alla stessa area periferica in cui compaiono due grandi infrastrutture: la S.S. 16 bis a sud e la stazione ferroviaria a nord. L’intervento consegue il fine di “ammagliare” il tessuto disorganico esistente attraverso un sistema costituito da due grandi blocchi, divisi dall’attuale via Grecia, organizzati in residenza collettiva e monofamiliare e in centro interreligioso dedicate alle tre religioni monoteiste. Il progetto prevede inoltre l’inserimento di aree a verde soprattutto nella parte più a nord dell’intero complesso.

Le proposte progettuali, made in Poliba, presentate allo storico concorso, organizzato dal Centro studi del Seminario di Architettura Cultura Urbana dell’Università di Camerino, dall’Archeoclub d’Italia e dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori saranno pubblicate nel prossimo numero della rivista specializzata “Architettura & Città”.