Ci aspettano settimane intense su questo fronte, noi siamo fermi sulle posizioni espresse da tempo ormai: un accordo di programma di lungo termine, con una forte riconversione tecnologica, senza che qualcuno ci opponga il tabù della chiusura dell’area a caldo, con l’introduzione di una seria valutazione del danno sanitario ad orientare l’eventuale produzione, con un arretramento fisico dello stabilimento dal perimetro cittadino e dal porto, con una concreta riflessione per trovare soddisfazione all’indotto locale e sfogo agli esuberi attesi, con una ripartenza rapida dei processi di bonifica, con la parola fine ai ristori ambientali al Comune di Taranto e ai residenti dei quartieri più esposti.
Nell’attesa che ciò finalmente avvenga, oggi siamo felici che vengano intanto sbloccati per l’area di crisi industriale complessa di Taranto i 30 milioni stanziati nel 2016 dalla struttura commissariale. I tanti progetti elaborati, per il capoluogo una dozzina ed un importo totale di 20.5 milioni di euro, allevieranno il nostro tessuto sociale e contribuiranno a ridare fiducia ai cittadini più provati dall’ingombrante presenza siderurgica, non solo del quartiere Tamburi».
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