I provvedimenti del G.I.P. del Tribunale di Taranto, Dr.ssa Rita Romano, su proposta del Sostituto Procuratore della Repubblica Dr.ssa Marzia Castiglia, sono stati emessi al termine di una complessa ed articolata attività di indagine condotta da militari del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Taranto sull’approvvigionamento e sulla vendita di gasolio agricolo destinato ad usi diversi da quelli consentiti.
I reati contestati ai soggetti coinvolti a vario titolo, sono quelli di associazione per delinquere finalizzata al falso, alla sottrazione di imposta e all’emissione di fatture per operazioni inesistenti.
In sintesi, l’attività illecita veniva perpetrata mediante l’approvvigionamento di ingenti quantitativi di gasolio agricolo (che sconta un’accisa agevolata) presso sei depositi commerciali compiacenti che facevano figurare le vendite a favore di soggetti aventi diritto utilizzando, a tale scopo, titoli autorizzativi (libretti UMA) artefatti e/o riconducibili a posizioni cessate oppure a titolari di aziende agricole del tutto ignari delle forniture oggetto di contestazione.
Il gasolio veniva in realtà destinato a soggetti che ne facevano un uso non agevolato, per lo più autotrazione, per cui avrebbero dovuto pagare un’imposta ben maggiore.
La commercializzazione del prodotto avveniva attraverso l’allestimento di veri e propri distributori abusivi, privi non solo di ogni autorizzazione amministrativa, ma anche di ogni basilare norma di sicurezza relativa al trattamento di materiale esplodente e incendiario, collocati di volta in volta nelle campagne dell’agro di Laterza.
Gli impianti erano costruiti in maniera artigianale, utilizzando motori di vecchie lavatrici collegati a pistole erogatrici e, solitamente, erano ubicati nei pressi di casolari abitati con conseguente rischio per la salute dei residenti.
Nel corso delle indagini sono stati sottoposti a sequestro, nella flagranza di reato, cinque impianti di distribuzione.
A seguito dei sequestri gli indagati trovavano una nuova collocazione e ricominciavano il loro lucroso business illecito.
In una circostanza, addirittura, i militari hanno scoperto che gli autori della frode avevano sottratto il gasolio sottoposto a sequestro simulando un furto.
In particolare, è stato accertato che il totale complessivo del gasolio agricolo acquistato nell’ambito nell’attività illecita è pari a litri 3.9 milioni. Tale illecita attività ha determinato complessivamente un’evasione di accisa pari ad €. 1.9 milioni, un’evasione di I.V.A pari ad €. 725 mila nonché proventi derivanti dalla differenza del costo di acquisto e quello di vendita complessivamente pari ad €. 4 milioni per un totale complessivo di profitti illeciti pari ad €. 6.7 milioni oggetto di sequestro preventivo.
Sono state, inoltre, sottoposte a sequestro 12 autobotti utilizzate per il trasporto del gasolio agricolo.
Il quadro probatorio così delineato, in relazione ai reati ascritti ed alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza, ha permesso al G.I.P. competente, in piena condivisione delle valutazioni della Procura, di disporre le misure cautelari di tipo personale e reale nei confronti di 14 indagati, 2 dei quali sono stati ristretti presso il carcere di Taranto, 11 sono stati posti ai domiciliari e 1 all’obbligo di dimora.
Complessivamente gli indagati sono 19.
Le operazioni di sequestro sono state eseguite, oltre che nel territorio jonico, anche nella provincia di Bari.
Gli sviluppi investigativi odierni testimoniano l’attenzione operativa che la Guardia di Finanza storicamente riserva al settore fiscalmente sensibile delle accise, in particolare alle frodi riconducibili alla commercializzazione di prodotti esenti o agevolati, per i quali l’evasione d’imposta viene perpetrata distraendoli dall’uso dichiarato verso altri impieghi esclusi dal beneficio fiscale.
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