Presentato il manifesto per una “Noci Città Sana”

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Nell’ambito del convegno “Obesità: una roadmap per una responsabilità condivisa”

NOCI (BA) – Era uno degli obiettivi del programma amministrativo, quello di avviare un percorso di consapevolezza del benessere comune e di promozione di uno stile di vita sano. Un percorso formalmente avviato ieri, 24 ottobre, con la presentazione, da parte dell’Amministrazione Comunale – Assessorato alla Socialità, del manifesto per una “Noci Città Sana”.

L’occasione è stata la celebrazione dell’Obesity Day ed il lancio della campagna nazionale di sensibilizzazione contro l’obesità ed il sovrappeso, attraverso un convegno sul tema “Obesità: una roadmap per una responsabilità condivisa”, al quale hanno preso parte il Sindaco del Comune di Noci, Domenico Nisi, l’Assessore alla Socialità, Marta Jerovante, il dott. Pietro Petruzzelli, Assessore alla Qualità della vita (Ambiente, Sanità, Igiene, Sport) del Comune di Bari, il prof. Giovanni de Pergola, del Direttivo Nazionale SIO – Società Italiana dell’Obesità, la dott.ssa Gabriella Caruso, Dirigente Medico Ambulatorio – Ambulatorio di Nutrizione Clinica, Gestione del peso corporeo e modifica dello stile di vita – I.R.C.C.S. “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte e la dott.ssa Vincenza D’Onghia, Medico Nutrizionista e Docente a contratto di Fisiologia della Nutrizione Cdl in Dietetica. A condurre la serata è stata la dott.ssa Romina Giannini.

Si è trattato della prima di una serie di iniziative, ispirate all’idea della città come “promotore della salute”, che l’Amministrazione comunale di Noci intende mettere in atto al fine di diffondere una cultura della prevenzione che sappia sviluppare consapevolezza nelle scelte di salute delle persone.

Un breve contributo video ha introdotto il tema del dibattito, con un messaggio quanto mai pregnante: “mangia come vuoi essere”. «L’obesità è una malattia dalla quale si può guarire. Comporta sforzi e pochi sono i modelli virtuosi da seguire. Ma la conquista del proprio benessere psico-fisico vale a pieno lo sforzo. Oggi siamo qui per elaborare insieme una strategia che abbia lo scopo di migliorare il nostro stile di vita, soprattutto attraverso la prevenzione». Così la dott.ssa Giannini ha dato il là agli autorevoli interventi degli ospiti al tavolo.

La promozione della salute è una questione che investe, in egual modo, tanto i decisori politici e gli amministratori quanto gli esperti del settore. L’Assessore del Comune di Bari, dott. Petruzzelli, ha portato la sua riflessione su quanto può essere determinante il ruolo delle Pubbliche Amministrazioni: «Decisori politici e istituzionali devono decidere come allocare le risorse. Se decidiamo di investire in impiantistica sportiva, per esempio, probabilmente riusciremo a ridurre le spese farmaceutiche future. Anche l’alimentazione è un elemento importante, che dipende molto da scelte individuali, ma anche dall’educazione. Quindi cosa fare? Si potrebbe avviare una campagna di sensibilizzazione che induca a leggere le etichette dei cibi che consumiamo. Se consideriamo, invece, la pratica sportiva, notiamo che questa è molto importante per i genitori di bambini fino a 10/12 anni. Poi entra in campo l’agonismo, che premia solo chi ha talento, emarginando ed allontanando dalla pratica sportiva tutti gli altri. Un’Amministrazione Comunale, quindi, può decidere di rendere più bello attraente e funzionale l’impianto sportivo di eccellenza oppure di creare una rete di play ground, una palestra a cielo aperto con attrezzi ginnici a disposizione di tutti».

«L’obesità è un problema che interessa in molti Paesi del mondo oltre il 50% della popolazione adulta. Si tratta della terza causa di aumento dei costi sociali nel mondo dopo il fumo e le guerre – ha spiegato il prof. De Pergola. – Molto importante è la prevenzione nell’età infantile. Basti considerare che l’Italia è al secondo posto, dopo gli USA, per obesità pediatrica». Pochi dati ma sufficienti per darci la misura dell’urgenza del problema. Il prof. De Pergola ha illustrato quali possono essere i fattori scatenanti, tra cui spiccano certamente la cattiva alimentazione e l’ambiente esterno, e come prevenire: dieta sana, attività fisica, evitare lo stress, dormire meglio.

Molto interessante è stato osservare i risultati della ricerca condotta dalla dott.ssa Caruso presso l’Ambulatorio di nutrizione clinica, gestione del peso corporeo e modifica dello stile di vita dell’I.R.C.C.S. “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte, i quali, oltre a sostenere quanto precedentemente affermato dal prof. De Pergola, hanno dimostrato l’effettivo funzionamento delle metodologie di cura sperimentate presso il laboratorio. Anche secondo la dott.ssa Caruso, la principale fonte del problema deriva dalla «rivoluzione gastronomica del XX secolo, che ha stravolto le nostre abitudini alimentari», grazie allo sviluppo di tecniche di lunga conservazione e alla grande distribuzione.

«La consapevolezza del problema è indispensabile per la sua risoluzione. Una consapevolezza che si registra in misura maggiore nelle donne. Altrettanto importante però è il consiglio medico, che molto spesso è determinante affinché il paziente assuma la decisione di affrontare la patologia – ha spiegato la dott.ssa D’Onghia. – Fattori che contribuiscono a determinare le nostre abitudini alimentari sono la famiglia, il luogo di lavoro, la scuola, il sistema del commercio e della ristorazione. Politiche agricole e commerciali e marketing fanno il resto. Bisogna capire che è necessario un trattamento specialistico e psicologico per affrontare il problema e che da soli non si può fare nulla. L’attività fisica deve essere consona allo stato patologico e controllata; è importante calcolare il contenuto calorico degli alimenti che consumiamo, evitare zuccheri semplici e grassi saturi, diete fai da te e fast food; bisogna avere una dieta variegata, quella mediterranea è particolarmente consigliata».

«Stasera sono emersi alcuni dei punti costitutivi del percorso che l’Assessorato intende avviare; un percorso di consapevolezza, poiché ci sono tante cose che si possono fare, senza grossi investimenti, per migliorare il benessere collettivo. Si tratta di fare esercizio collettivo di responsabilità e di avviare un percorso che richiede un cambiamento di prospettiva a 360 gradi» ha commentato il Sindaco Nisi.

La costruzione di una Healthy City, di una Città Sana, non deve essere solo al centro della coscienza collettiva, ma di un’attenta visione politica. La progettazione e l’implementazione di interventi che contribuiscano ad una reale promozione di corretti stili di vita richiedono una stretta collaborazione tra l’Amministrazione, la scuola – in rappresentanza della quale ieri era presente un nutrito gruppo di studenti del nostro Liceo, accompagnati dalla prof.ssa Mirizzi, titolare della funzione Strumentale Educazione alla salute e alla prevenzione e di comportamenti a rischio, e dalla prof.ssa Loliva, docente di Scienze motorie –, gli operatori medico-sanitari, il mondo del volontariato e del privato sociale. Una volta di più, è ineludibile la messa a sistema delle diverse competenze. «Per “Guadagnare salute” occorre davvero attuare la “Salute in tutte le politiche”. Tale è il proposito che ci muove, e a tal fine intendiamo condividere con la cittadinanza il manifesto di “Noci Città della salute”: non una mera manifestazione di intenti, ma un documento che ci veda tutti impegnati, in un’ottica di multidisciplinarietà, integrazione e di condivisione delle responsabilità – ha dichiarato l’Assessore Jerovante. – Il conseguimento di una condizione di benessere dell’individuo e della collettività non è fatto di “singoli” e non attiene esclusivamente all’ambito sanitario. Pensiamo alla promozione dell’attività fisica all’aria aperta: l’uso di giardini e spazi pubblici come “impianti spontanei” ha ricadute sociali e relazionali potentissime, consentendo altresì il recupero di legami con il territorio – e nella nostra comunità il parco della Madonna della Croce può certamente contraddistinguersi in tal senso. La pratica “sportiva” fuori dai luoghi istituzionalmente dedicati richiede chiaramente uno scarto culturale, come peraltro sembra ormai richiederlo anche il consumo dei pasti domestici all’insegna della convivialità, e al riparo della tv e di altri dispositivi tecnologici. Ci tengo in chiusura a ringraziare i relatori, l’ass. Petruzzelli, il prof. De Pergola e la dott.ssa Caruso, che hanno mirabilmente condiviso con noi inusitati spunti di riflessione, coloro i quali hanno partecipato, privati cittadini, professionisti del settore medico, referenti delle associazioni sportive, docenti e studenti, e le dott.sse Giannini e D’Onghia per l’ideazione qualificata ed appassionata di questo primo evento».