FdI e GN difendono la memoria del giovane martire dell’antifascismo militante
“Gli organizzatori del presidio di boicottaggio– interviene Pierpaolo Signore, Portavoce Provinciale di Fratelli d’Italia AN Lecce- dal quale non si sono purtroppo sottratti né l’ANPI né il Partito Democratico salentino, farebbero bene a rileggere la cronaca di quell’omicidio, maturato in un clima infame di odio politico, fomentato dalla degenerazione del cosiddetto antifascismo militante e, soprattutto, della vile campagna propagandistica inscenata contro Ramelli da una generazione feroce e vigliacca di intellettuali e giornalisti, all’indomani dell’assassinio.”
“Fratelli d’Italia– continua Signore- prende atto con sconsolata tristezza che il clima produttivo di ricostruzione di una memoria comune e condivisa è stato ancora una volta incrinato da chi vorrebbe, non si comprende quanto consapevolmente, far rivivere le tragedie degli anni di piombo.Noi, invece,ciimpegniamo con risolutezza affinché possa riprendersi il dialogo tendente al reciproco riconoscimento e rispetto, unico fondamento di un confronto civile e democratico.”
Sulla vicenda interviene anche il movimento giovanile di FdI, Gioventù Nazionale.
“Sergio è un nostro fratello- spiega Serena Orlando, vicepresidente di Gioventù Nazionale Puglia- militante del Fronte della Gioventù, che è il padre di Gioventù Nazionale. Non ci sconvolge affatto che ANPI abbia preso questo genere di posizione: sono fuori dal Mondo! Si nascondono dietro le loro bandierine, sporche di sangue, perché hanno paura che la gente sappia dell’odio, della rabbia, degli orrori di cui la loro parte politica, che con tanto amore difendono, si è resa artefice. Il revisionismo ed il negazionismo sono i loro hobbies preferiti e non è la prima volta che lo dimostrano: pochi mesi fa, a febbraio, il Sindaco di Martano, tra i maggiori esponenti di ANPI del Comune, ci ha negato la sala per fare un convegno sulle foibe. Queste dimostrazioni di antidemocraticità andrebbero punite dalla legge. Sono convinti di essere i liberatori d’Italia, i portatori di pace e democrazia, e poi sono i primi ad essere antidemocratici, i primi ad essere totalitaristi. Se un libro ricorda il nostro fratello Sergio Ramelli cosa spaventa queste persone? Non c’è risposta più ovvia: la verità. I loro castelli di sabbia crollano perché la nostra generazione non ha intenzione di mollare un centimetro, abbiamo fatto, facciamo e faremo di tutto, ovunque GN sia presente, per non perdere la memoria, non solo di Sergio, non solo dei martiri delle Foibe ma di ogni singolo nostro fratello. Tutti i morti si rispettano, o almeno noi facciamo così. Se loro non vogliono farlo, abbiano almeno la compiacenza di stare zitti!”.
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