L’Ordine degli Avvocati di Bari consegna al sindaco l’opera “Sono persone” in ricordo dell’arrivo della nave Vlora

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l'ordine degli avvocati consegna al sindaco l'opera sono persone

Ecco com’è andata

BARI – Si chiama “Sono persone 8.8.1991” l’opera fotografica che l’Ordine degli Avvocati di Bari, insieme a Cellule Creative e al fotografo Stefano Di Marco, ha donato al Comune di Bari in ricordo dello sbarco della nave Vlora dell’8 agosto 1991 e in memoria dell’allora sindaco Enrico Dalfino.

Lo scatto di Di Marco, stampato su carta fotografica, riproduce l’opera pubblica in linguaggio morse “Sono persone” dell’artista Jasmine Pignatelli che, dallo scorso giugno, campeggia su un palazzo del waterfront di San Girolamo, in ricordo della frase che Dalfino pronunciò nei concitati giorni dell’arrivo dei 20.000 profughi albanesi: “Sono persone, persone disperate. Non possono essere rispedite indietro, noi siamo la loro unica speranza”. Una frase, quanto mai di attualità, che ha segnato la storia dell’immigrazione e che ha ispirato una serie di iniziative culturali negli ultimi mesi in città; tra queste la performance artistica ideata da Jasmine Pignatelli lo scorso 8 agosto, con la trasmissione in codice morse della storica frase di Dalfino dal Teatro Margherita di Bari fino alle zone più remote del pianeta.

Siamo orgogliosi di aver ricordato questo evento dalla giusta prospettiva – ha dichiarato il sindaco di Bari Antonio Decaro -, ne parlavo qualche settimana fa nel corso di un’iniziativa pubblica sull’immigrazione: oggi gli sbarchi riguardano imbarcazioni con al massimo qualche centinaia di persone: a Bari, l’8 agosto del 1991, arrivarono in 20.000, e la nostra città, con il sindaco Dalfino, dimostrò di essere quello che è sempre stata, una città accogliente. L’8 agosto di quest’anno abbiamo voluto commemorare l’arrivo della Vlora lanciando nell’etere in codice morse la frase pronunciata da Dalfino, scelta da Jasmine Pignatelli per la sua opera che da giugno capeggia sulla facciata di un palazzo dell’Arca a San Girolamo. Per questo intervento, accanto all’artista, ringrazio Misia Cellule creative e l’Ordine degli avvocati, come pure Stefano di Marco per avermi donato questa fotografia che da oggi è proprietà di tutta la comunità barese. Nei prossimi giorni presenteremo un progetto per realizzare un percorso di opere d’arte pubblica, a cielo aperto, nei quartieri della nostra città, per tracciare un itinerario a disposizione dei residenti e dei turisti. A San Girolamo abbiamo realizzato una ricucitura urbanistica e sociale e una serie di edifici a lungo abbandonati stanno tornando a nuova vita grazie a piccole iniziative ricettive che saranno supportate proprio dalla presenza di opere d’arte come quella già installata sul nuovo waterfront di San Girolamo“.

Il nostro Ordine – ha ricordato il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari Giovanni Stefanì – sta supportando queste iniziative, condividendo il senso di umanità che l’episodio di quel lontano giorno genera ancora oggi e lo spirito di umana accoglienza dimostrato dai cittadini baresi in occasione dello sbarco della Vlora. Spirito che il sindaco Enrico Dalfino, avvocato caro ai colleghi del Foro non solo barese, seppe portare al suo naturale compimento nel segno della comunità umana a cui tutti apparteniamo“.

L’8 agosto di quest’anno, grazie all’associazione Radioamatori, dal teatro Margherita abbiamo trasmesso quella frase di Enrico Dalfino, generando una serie di reazioni dall’Italia e dall’estero, rinnovando così la memoria di un evento drammatico che ha segnato l’irrompere dell’emergenza migratoria in Europa – ha sottolineato l’assessora alle Culture Ines Pierucci -. Un messaggio politico che incontra l’arte e la cultura e ben si inserisce in quel percorso avviato dal mio predecessore Silvio Maselli, che ringrazio, per arricchire la città di un percorso di opere d’arte in tutti i quartieri, sulla scia di questa esperienza di ‘Sono persone'”.

Durante la consegna dell’opera, sono stati anche svelati contenuti e provenienza dei messaggi ricevuti lo scorso 8 agosto dopo la trasmissione. Sono stati una ventina i messaggi ricevuti da tutta Italia ma anche da Germania e Norvegia; quasi tutti i radioamatori che si sono messi in contatto con Bari ricordavano le forti immagini che fecero il giro del mondo e hanno speso parole di apprezzamento per l’evento celebrativo e di encomio verso gli ospitali cittadini baresi. Un radioamatore di Varese, nel suo messaggio, ha ricordato sia il sindaco Dalfino sia le aspre critiche di cui fu oggetto in quei terribili giorni; un’amara vicenda che la storia ha completamente riscritto e che oggi, a distanza di quasi trent’anni, si arricchisce di un’opera d’arte dedicata a lui e alle sue indimenticabili parole“.

Di seguito alcuni stralci delle risposte ricevute via radio l’8 agosto del 2019, a seguito della trasmissione a cura dell’A.R.I. – Associazione Radioamatori dal teatro Margherita.

dalla Germania

Di cosa si tratta? Ah si ricordiamo quelle immagini forti provenienti dalla città Bari situata in sud Italia… quanta povera gente ammucchiata… volevano scappare dalla dura dittatura

dalla Norvegia

Non si capisce… Ma quando è successo?… Chi ha detto sono persone?

Certo bisogna aiutare… Ah ma è storia accaduta?… Sono vecchio spesso non ricordo.

Ah si vero, grosso sbarco povera gente… ricovero stadium BARI… Bambini, donne peccato popolo di Bari con amore e accoglienza… anime disperate.

da Varese

Certo collega, ricordiamo, quelle immagini, che la RAI mostrava e che hanno fatto il giro del mondo… è un anniversario? Si, fate bene, certi episodi vanno ricordati.

Ricordo anche la contestazione fatta al sindaco di Bari…..bella iniziativa..complimenti.

da Verona

Che vuol dire sono persone? Ah certo ci mancherebbe. È una ricorrenza? Adesso è più chiaro, si si come dimenticare certe scene? Bari non ascolto più troppo rumore in banda…

Ci sono state anche altre risposte all’annuncio inviato da Bari ma dopo l’invio dei primi segnali radio da Bari c’è stato un accavallarsi di comunicazioni che non hanno consentito la perfetta decifrazione dei messaggi.