Denuncia per imbrattamento della statua di Garibaldi sabato mattina, doppio sequestro di merce contraffatta su Via Trinchese domenica sera
LECCE – Un gruppetto di adolescenti seduti a chiacchierare sui gradini alla base della statua di Giuseppe Garibaldi nella Villa Comunale, una scena, apparentemente innocua, che per questo non dovrebbe insospettire nessuno, ma che, invece, fa drizzare le antenne agli agenti in velocipede che pattugliano il centralissimo parco cittadino e che, negli ultimi mesi, hanno effettuato più di un’operazione di polizia proprio in quell’area.
Lo scorso luglio una coppia fu denunciata per atti osceni in luogo pubblico, a settembre due studenti furono sorpresi con 7 grammi di hashish, sabato mattina è stata la volta di un sedicenne trovato arrampicato in cima al busto dell’Eroe dei Due Mondi, intento ad imbrattare il monumento con un pennarello di colore rosso.
Almeno cinque le scritte, attribuibili alla vernice del pennarello sequestrato, rinvenute sulla superficie della statua e del basamento. Un paio riportano il paese di provenienza dei ragazzi presenti, Surbo e Torchiarolo, di una sola però il minore sorpreso in flagranza si assumeva la paternità, abbastanza per essere raggiunto da una denuncia a piede libero ai sensi dell’art. 639 del codice penale per deturpamento e imbrattamento di un bene di interesse storico e artistico.
Doppio sequestro, invece, domenica sera su una Via Salvatore Trinchese che, come tutto il centro cittadino, pullulava di gente per la concomitanza della giornata festiva prenatalizia e della cerimonia serale per l’apertura della Porta della Misericordia.
A distanza di mezz’ora l’uno dall’altro, tra le 21.30 e le 22.00, il primo all’altezza di Piazza Libertini, il secondo all’altezza dell’Ex Teatro Apollo, gli agenti in servizio “Progetto Sicurezza” per il contrasto del fenomeno dell’abusivismo commerciale procedevano al sequestro di n.8 giacconi maschili e n. 12 tra borse, marsupi e borselli da uomo,tutti riportanti marchi ingannevoli di note griffe. In entrambi i casi, i giovani extracomunitari venditori ambulanti si davano alla fuga alla vista delle uniformi.