“Il rilancio di Taranto passa dalla sua identità”
TARANTO – La Confederazione Aepi, promotrice della proposta sul made in Italy, guarda alle piccole e microimprese.
«Per Taranto occorre un percorso lungimirante, che guardi alle sue naturali vocazioni. In un momento così difficile, giusto puntare su artigianato, cultura, risorsa mare e agroalimentare che rappresentano le eccellenze del capoluogo e della provincia». A poche ore dal tavolo del Cis convocato a palazzo Chigi dal premier Conte, si registra l’intervento della Confederazione Aepi (Associazione Europea dei Professionisti e delle Imprese).
«Al di là dell’accordo sull’ex Ilva– commenta il presidente Mino Dinoi- è imprescindibile immaginare uno sviluppo alternativo per la città, in linea con le sue tante peculiarità. Come Aepi riteniamo che il vero motore economico del Paese siano le piccole e microimprese e salutiamo con soddisfazione la possibilità di speciali agevolazioni per le pmi nel Piano per il Sud, nell’attesa che il Contratto istituzionale di sviluppo segni realmente il punto di svolta per questo territorio».
La Confederazione mette insieme 31 associazioni datoriali, intersettoriali e professionali in rappresentanza di 300mila imprese e 12mila professionisti e, in questi mesi, è impegnata nella proposta di legge per l’istituzione di un ministero del Made in Italy, ritenuto strategico per il sistema Paese. Un progetto che ha già trovato grande interesse, rilanciato sui tavoli nazionali e internazionali. Martedì scorso Aepi, insieme alle più rappresentative associazioni di categoria e del mondo economico-finanziario, ha incontrato il ministro Di Maio nell’ambito del piano per il made in Italy. A febbraio, invece, ha inaugurato la sua sede a Bruxelles.
«L’export italiano è cresciuto– spiega Dinoi- ma è necessario mettere in campo azioni mirate: stiamo vivendo una fase difficile, come dimostra l’emergenza coronavirus. C’è un tessuto economico fatto di agroalimentare, moda, artigianato e innovazione che rappresenta un’eccellenza. Penso all’Italia, ma penso anche a Taranto da cui arrivano segnali incoraggianti per un modello economico alternativo. Investire su questi settori significa ripartire dalla nostra identità. Questa è per noi la vera sfida».
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