I Boomdabash pubblicano “Don’t worry”: “Un Best of per raccontare chi siamo oltre le hit”

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BRINDISI – Dici Boomdabash e pensi a tormentone estivo. Mambo salentino, Karaoke, Per un milione (portata a Sanremo 2019), Non ti dico no, sono solo alcune delle hit che hanno macinato dischi d’oro e ascolti da capogiro. Ma i Boomdabash arrivano da lontano, e ci tengono a ribadirlo. Lo fanno con “Don’t worry (Best Of 2005-2020)”, una raccolta di 22 brani che ripercorre 15 anni di carriera e conta anche tre inediti (il primo dei quali dà il titolo al cofanetto), in uscita l’11 dicembre su etichetta Soulmatical Music/Polydor (Universal music Italy).

“Nel cassetto abbiamo tante di quelle canzoni che avremmo potuto benissimo far uscire un disco di inediti – racconta la band – ma volutamente invece ci siamo dedicati a un Best of. Un viaggio musicale nei momenti clou della nostra carriera non solo per chi già ci conosce, ma soprattutto per chi ci ha scoperto da poco. E’ il modo per far scoprire chi sono i Boomdabash prima dell’era dei tormentoni”, anche grazie allo zampino di Ketra, uno dei quattro componenti del gruppo, che nel progetto parallelo con Takagi forma la coppia d’oro dei produttori italiani.

“Ma non scriviamo mai un pezzo con l’idea di farne un tormentone, se parti così di sicuro non potrà esserlo”, spiegano nella speranza però che la loro Don’t worry possa diventare colonna sonora del Natale. “E’ un inno di speranza, piuttosto distante dalle nostre produzioni consuete, che è facile associare al periodo che stiamo vivendo. In realtà è stato scritto un anno fa”.

Oltre a Don’t worry, nella raccolta c’è anche Nun Tenimme Paura, un pezzo scritto e cantato con Franco Ricciardi, “che come noi ha un’attitudine molto popolare, di quartiere”. E il brano è un modo per raccontare il gruppo pugliese, nato a Mesagne, nel brindisino. “E’ il nostro primo pezzo autobiografico. Non abbiamo mai detto da dove veniamo, chi eravamo prima di tutto ciò: da una realtà del sud molto complicata dove la Sacra Corona Unita dettava legge e il coprifuoco c’era già negli Novanta e non solo ora, da famiglie molto umili. Mattone su mattone abbiamo realizzato il nostro sogno di musica, la nostra via d’uscita. E ai giovani diciamo: provateci sempre e difendete la vostra terra”.