A Galatone il 29 marzo in scena “Il Sistema Periodico” del Teatro del Segno

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Al Teatro Comunale lo spettacolo liberamente ispirato dal romanzo di Primo Levi con Stefano Ledda e Juri Deidda, adattamento e regia di Stefano Ledda

GALATONE- Continua la quarta stagione di teatro e musica del Teatro Comunale di Galatone “Teatri dell’Agire”. In scena presso il Teatro Comunale di Galatone, martedì 29 marzo alle ore 21, Il Sistema Periodico del Teatro del Segno, tratto dall’opera di Primo Levi con drammaturgia e regia di Stefano Ledda, anche protagonista in scena sulle note del sax di Juri Deidda. La stagione teatrale è curata dal direttore artistico Salvatore Della Villa in sinergia con il Comune di Galatone, e si avvale, per il terzo anno, della collaborazione del Teatro Pubblico Pugliese e del sostegno della Regione Puglia grazie al Programma Straordinario 2020 in materia di Cultura e Spettacolo.

Il Sistema Periodico trae spunto dall’omonima raccolta di racconti dello scrittore piemontese, intitolati come gli “elementi” della tavola di Mendeleev, in cui si intrecciano vicende personali e la storia del Novecento – dai ricordi d’infanzia in seno alla comunità ebraica e le esperienze di un giovane chimico, al dramma della prigionia e l’orrore dei lager – accanto a frammenti di interviste e riflessioni tratte da saggi e romanzi. Una rigorosa partitura in cui le azioni sceniche scandiscono i momenti cruciali dell’esistenza, tra la grammatica dei sentimenti – l’amicizia, l’amore, le istintive simpatie e antipatie, che trovano singolari consonanze nei “comportamenti” della materia e nelle reazioni più o meno prevedibili e “esplosive” – e gli avvenimenti esterni che determinano il destino del protagonista, senza riuscire a incrinarne la salda morale.

Un’opera di sorprendente attualità dove si mescolano note autobiografiche e lucide analisi della realtà: «nel rileggere gli scritti e le interviste di Primo Levi, ho trovato parole che sembrano scritte oggi» – sottolinea il regista Stefano Ledda – «come il suo ribadire che il fascismo attuale ha la sola mancanza del potere assoluto per divenire ancora quello che era». La pièce teatrale scaturisce dalle trame dei racconti e insieme dalle intuizioni e riflessioni di una delle menti più attente e consapevoli del panorama culturale italiano – e non solo – nel secolo breve: una conoscenza raggiunta attraverso le ferite dell’anima e la sofferenza, in un transito attraverso l’orrore inimmaginabile – eppure reale dei campi di sterminio nazisti. II pensiero di Primo Levi si rivela oggi più che mai attuale nell’evidenziare i pericoli di derive populiste e razziste – a cominciare dalla rinuncia alla propria umanità: «Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre» a fronte dei rischi del “revisionismo” e dell’oblio: «Auschwitz è fuori di noi, ma è intorno a noi. La peste si è spenta, ma l’infezione serpeggia». Un flusso di coscienza, tra libere associazioni di pensieri, “azioni” fisiche che definiscono il tempo e lo spazio, sulla colonna sonora di Juri Deidda, in una geometria dei ricordi e delle emozioni, in cui la verità della materia, pur con i suoi misteri, si contrappone all’orrore dell’indicibile. In scena un continuo scorrere dei pensieri, delle azioni fisiche, incastonati nel progetto musicale e sonoro, consente allo spettacolo di discostarsi volontariamente dalla semplice biografia. Ed eccolo Primo Levi, che parla in scena, ecco le sue parole come fossero un unico flusso di coscienza, senza quasi soluzione di continuità. Restituendoci in questo modo una figura esemplare, che partendo dalla concretezza del mestiere chimico, riflette, si educa, e in qualche modo ci educa, a ricomprendere le cose e gli uomini, a prendere posizione, lontani dalla “grigia innocenza” a misurarci, a ritrovare un nostro esistere meno disumano, e riscoprire l’esigenza di testimoniare a favore della scintilla fondamentale della ragione e della imprescindibile difesa della dignità di ciascuno.

Sulla falsariga dei racconti, si parte dalla giovinezza dell’autore, dalla passione per la chimica, con lo svelarsi di una nascente “vocazione” per la scienza in “Idrogeno”, poi il parallelismo tra gli elementi e la natura umana, in cui un gas nobile come l’“Argon” rimanda a «un atteggiamento statico di dignitosa astensione, di relegazione al margine del gran fiume della vita», una condizione di aulica riservatezza che induce a sottrarsi al contatto con altre realtà differenti. Un’esercitazione nel laboratorio dell’università, la preparazione del solfato di “Zinco”, offre lo spunto per affrontare «l’incomprensibile universo femminile» e permette di soffermarsi su uno dei passaggi cruciali del libro: «l’elogio all’impurezza». Diario dal lager e storia di un’amicizia in “Cerio”, con il ricordo di Alberto Dalla Volta, una delle vittime di Auschwitz, e degli espedienti che permisero ai due giovani di sopravvivere nel campo, prima della tragica “marcia della morte”. Infine un messaggio di speranza con il fantasioso itinerario nel tempo e nello spazio di una molecola, nell’incessante susseguirsi delle trasformazioni in un universo dove nulla si crea e nulla si distrugge, che termina nella testa dello scrittore, in “Carbonio”. La pièce si conclude con i versi de “Le pratiche inevase”, una sorta di “lettera di dimissioni” in cui l’autore dichiara di aver lasciato «molto lavoro non compiuto», confessa le parole non dette, un dono, un bacio non dato, i progetti lasciati in sospeso, i viaggi mai compiuti in «città lontane, isole, terre deserte» e un libro non scritto, che avrebbe «donato a molta gente/ il beneficio del pianto e del riso»: un elegante, sottilmente ironico e quasi profetico addio alla vita e al mondo per un finale in poesia.

Prossimi appuntamenti della stagione teatrale: sabato 2 aprile Concertair concerto per voce, strumenti ad arco e suoni in dominio digitale con Serena Scarinzi, Marco Schiavone e Gianluigi Antonaci; domenica 3 aprile Incantesimi Fiabe e leggenda della Terra d’Oriente, spettacolo della stagione di teatro ragazzi ‘È magia’ sulle fiabe popolari pugliesi; si continua sabato 9 aprile con Re Liar una riscrittura moderna del Re Lear di William Shakespeare di Ana’-Thema Teatro, con Luca Ferri, Luca Marchioro, Massimiliano Kodrič e Alberto Fornasati.

È inoltre avviato da ottobre il Centro di Formazione e Ricerca dell’Attore diretto da Salvatore Della Villa, che propone 3 corsi, adulti – bambini e ragazzi – dizione. L’obiettivo è quello di formare giovani Attori che sappiano stare sul palcoscenico, con presenza, che si sappiano muovere, saper usare la voce, parlare bene, ricercare la propria poetica e trovare nell’arte della recitazione e del Teatro, la lo loro necessità artistica. E per coloro che hanno meno velleità e curiosità vivere armonicamente e con gioco, la loro passione. Un team di insegnanti seguirà gli allievi in lezioni teorico-pratiche che porteranno all’allestimento dell’esercitazione scenica finale.

PORTA ORE 20.30-SIPARIO 21.00

Costi Biglietti

Platea I settore €14 intero – €12 ridotto

Platea II settore €10 intero – €8 ridotto

Galleria €6

I biglietti ridotti saranno concessi esclusivamente agli under 30 e over 65.

Info e Prenotazioni:

Prenotazione telefonica obbligatoria al 327.9860420, anche con WhatsApp.

I biglietti potranno essere acquistati presso il botteghino del teatro prima di ogni spettacolo. Gli spettatori sono invitati a raggiungere il teatro almeno mezz’ora prima dell’inizio dello spettacolo.

Accesso consentito solo con Green Pass Rafforzato e Mascherina Ffp2 in sala