Il limite della zona cuscinetto spostato sempre più verso nord. La Cia Puglia: “Si condivida una nuova strategia di sviluppo del territorio”
Il tutto a seguito del ritrovamento nelle settimane scorse di focolai in provincia di Brindisi e Taranto.
Il confine della “zona cuscinetto” viene dunque spostato sempre più a nord, nella speranza che non vengano riscontrati ulteriori focolai, all’esito delle analisi di campioni prelevati su tutto il territorio dai tecnici dell’Arif (l’Agenzia regionale per gli interventi irrigui e forestali).
Una circostanza che sta preoccupando non poco gli olivicoltori del brindisino e del tarantino ma anche i diversi vivaisti che operano sul territorio.
La speranza è che il monitoraggio a tappeto attuato dalla Regione Puglia con l’impiego dei tecnici dell’Arif e dei centri di ricerca scientifica, presso i quali vengono eseguite le analisi dei campioni prelevati sul territorio, dia esito negativo.
A rischio sono oltre che gli ulivi millenari tra Carovigno e Monopoli, anche l’olivicoltura della provincia di Bari e il versante ionico della Puglia.
Il pericolo incombe su un territorio a forte vocazione olivicola con una parte caratterizzata da ulivi secolari che rappresentano anche un importante fattore di attrazione per il turismo e la multifunzionalità.
Ecco perché bisogna che le istituzioni preposte, insieme a tutti gli “attori” del territorio, si impegnino affinchè il batterio non avanzi di un altro metro verso nord.
Ribadiamo con forza, inoltre, che non bisogna perdere altro tempo, che occorre condividere una nuova strategia per il futuro dei territori interessati dalla problematica, iniziando ad immaginare un nuovo modello di sviluppo del territorio.
Ben vengano i progetti di ricerca scientifica.
La Cia – Agricoltori Italiani di Puglia guarda con attenzione a tutti i progetti di ricerca in corso e si auspica che nel più breve tempo possibile la ricerca possa dare delle risposte, quanto meno per evitare il propagarsi della malattia, che se non contenuta rischia di interessare non solo tutta la Puglia ma anche tutta l’Italia olivicola, se si considera anche come il vettore si sposti a bordo di automezzi lungo le direttrici di transito degli stessi.
Aspettiamo con ansia che la Commissione Europea dia seguito a quanto annunciato ovvero conceda la possibilità di reimpianto di nuovi uliveti nell’area infetta da Xylella, cioè nei territori in cui il batterio risulta endemico.
È quanto la Cia – Agricoltori Italiani di Puglia sta chiedendo da diverso tempo. Perciò ribadiamo con forza la necessità di rimuovere il divieto di impianto di nuovi uliveti nell’area infetta ed anche delle specie considerate suscettibili alla Xylella che potrebbero, se impiantate, rappresentare una alternativa alla produzione e al reddito degli agricoltori colpiti da questa emergenza.
Gli agricoltori sono i primi penalizzati da questa vicenda. Le istituzioni non devono e non possono dimenticarsi degli agricoltori, di chi ha perduto un ingente patrimonio ed una fonte di reddito.
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