Esploso sulla scena internazionale nel 1989, quando fu il primo italiano ad affermarsi al prestigioso Concorso Van Cliburn, negli Stati Uniti, con la conquista della medaglia di bronzo, Benedetto Lupo ha saputo imporsi sulla scena mondiale grazie anche alle collaborazioni con le più importanti orchestre americane ed europee, dalla Chicago Symphony alla London Philharmonic, affermandosi tra i grandi interpreti del virtuosismo romantico, nonché in veste di straordinario didatta (Beatrice Rana e Viviana Lasaracina, tanto per fare due nomi, si sono formate con lui).
Allievo di quel Michele Marvulli considerato il capostipite di una lunga schiera di virtuosi pugliesi che con la musica sono andati alla conquista del mondo, Benedetto Lupo eseguirà i due piccoli pezzi composti nel 1912, «A la manière de Borodine», un valzerino che evoca la malinconia slava, con un riferimento indiretto allo stile pianistico del compositore russo Borodin, e «A la manière de Chabrier», che si ritiene sia una rilettura dell’aria di Siebel dal «Faust» di Gounod fatta da Chabrier al pianoforte.
Seguiranno gli otto «Valses nobles et sentimentales» di un anno prima, brani che segnano in Ravel una svolta in favore di una semplificazione della propria scrittura pianistica, segnata tuttavia da ruvidità armoniche finalizzate al superamento di qualsiasi decorativismo.
Ha, invece, il taglio della composizione d’occasione il successivo brano in programma, «Menuet sur le nom d’Haydn», un pezzo molto breve, gradevole ed elegante, che farà da ponte verso la prima importante composizione di Ravel, il «Menuet antique», una creazione del 1895 (anni dopo rielaborata per orchestra) considerata il primo capolavoro del compositore. Il recital proseguirà con la «Sonatine» del 1905 con la quale l’autore si distacca dall’estetica impressionista alla ricerca di una maggiore chiarezza delle immagini sonore, per poi immergersi nell’atteggiamento arcaicizzante del Ravel di «Pavane pour une infante défunte» in cui risulta evidente un richiamo alla danza cinquecentesca, la «pavane», per l’appunto (qualche anno dopo maggiormente esaltata da una versione per orchestra), attraverso la quale il compositore evoca l’immagine di un’Infanta rinascimentale.
La serata si chiuderà con «Le Tombeau de Couperin», suite del 1917 composta da Ravel non soltanto per celebrare il grande compositore barocco, ma in generale tutta la musica francese del Sei-Settecento. Un tributo reso sotto forma di elegia funebre che divenne contestualmente un omaggio agli amici Jacques Charlot, Jean Gruppi, Gabriel Deluc, Pierre e Pascal Gaudin, Jean Dreyfus e Joseph de Marliave scomparsi durante la Prima guerra mondiale e destinatari delle sei parti di questa composizione pensata, per l’appunto, come una suite di danze alla stregua di quelle del Diciottesimo secolo.
Il Festival pianistico Fausto Zadra è organizzato dall’omonima associazione musicale con il sostegno della Regione Puglia, del Comune di Corato, della Fondazione Vincenzo Casillo, di alcuni sponsor (primo fra tutti il pastificio Granoro) e la collaborazione del Conservatorio Piccinni di Bari, del Circolo Pivot e dell’associazione Auditorium di Castellana Grotte.
In caso di maltempo, il concerto si terrà al coperto.
Info 340.5238643 – ass.faustozadra@gmail.com.
Biglietto intero €10 (ridotto €7).
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