ALESSANO (LE) – Martedì 24 agosto alle 21 nella piazzetta antistante la Libreria Idrusa di Alessano prosegue “Il Salento immaginato”, rassegna promossa da Associazione culturale NarrAzioni, Libreria Idrusa e Presidio del libro di Alessano con il sostegno di Regione Puglia e Teatro Pubblico Pugliese nella programmazione Custodiamo la cultura in Puglia e con il patrocinio del Comune di Alessano. La curatrice Luana Rizzo (docente di Storia della Filosofia del Rinascimento all’Università del Salento) presenterà il libro “Commento agli Inni Orfici” che il filosofo salentino Matteo Tafuri (Soleto 1492-1584) scrisse nel 1537, da poco uscito in questa nuova edizione per Bompiani. Il sottile e profondo fascino misterico degli Inni orfici è celebrato in questo Commento, l’unico superstite ad oggi nel mondo, in lingua greca, in cui il trionfante platonismo d’età laurenziana si coniuga con le nuove istanze religiose, dando vita ad una sapientia filosofica e teologica, della quale erano depositari gli antichi teologi da Zoroastro a Ermete Trismegisto, Orfeo, Aglaofemo, Pitagora e Platone; essa fu trasmessa poi dai neoplatonici e culminò nella teologia cristiana, acme di un percorso iniziatico che conduce all’unità della Verità Rivelata. Il Commento con la sua esegesi ai Poemi orfici rivela il nucleo dottrinale del pensiero dell’autore, in cui la teologia, la teurgia e la magia cerimoniale insegnano all’uomo come giungere al colloquio con gli angeli e ricongiungersi alla divinità. Gli Inni sotto il profilo ieratico-teurgico sono preghiere pronunciate dall’uomo per entrare in comunione con il divino, sotto quello magico, canti in grado di vincolare, di incantare, di infondere potere in colui che deve essere incantato e iniziato, il μύστης. Sulla base della translatio sapientiae pagana e biblicocristiana gli Inni orfici riproposti in questo Commento in chiave moderna rivendicano, sulle orme di Ficino, il connubio fra pia philosophia e docta religio. L’orfismo del Rinascimento è un rinascimento dell’orfismo, è la rinascita dei miti orfici ma soprattutto l’elaborazione delle dottrine orfiche in campo filosofico. L’incontro sarà l’occasione per raccontare questo personaggio enigmatico e affascinante, “uomo originale e dottissimo, dall’ingegno non comune, personaggio enigmatico, solitario, dal fascino ambiguo, del quale è più facile tessere la leggenda che scrivere la storia”, partendo dalla sua opera più significativa e ambiziosa, in cui è celebrato “il sottile e profondo fascino misterico degii Inni Orfici”. La curatrice dialogherà con Vincenzo Santoro con letture del testo a cura di Elisa Maggio.
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