Ci sarà allegria anche in agonia, evento finale del progetto Polysemi al TaTÀ di Taranto

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ci sarà allegria anche in agonia [ph nicoletta d'ignazio]

Alessandro Leogrande “orienta” il secondo viaggio del progetto Polysemi

TARANTO – Viaggio immaginario in una città (e un’identità) da riscoprire. E da narrare. Domani, martedì 4 agosto, alle ore 20 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, il Crest presenta “… Ci sarà allegria anche in agonia”, evento finale del laboratorio per giovani (under 25 anni) diretto da Giovanni Guarino e Nicoletta D’Ignazio, con la collaborazione di Peppe Frisino (scenografia) e Maria Martinese (costumi), nell’ambito del Progetto Interreg 2014-2020 Polysemi (Lead Partner: Università degli Studi di Bari “Aldo Moro”), finalizzato alla creazione di un “Parco dei viaggi letterari in Grecia e Magna Grecia”. Ingresso gratuito, solo su prenotazione ai numeri 366.3473430 – 320.6854893.

Ancora il viaggio come punto di partenza su cui riflettere accompagnati da Herman Hesse (“L’azzurra lontananza”) che sottolinea com’è cambiata nel tempo l’idea del viaggiare. Oggi si viaggia per sfuggire al caldo, per vedere persone nuove, per riposarsi dalle fatiche del lavoro. Sembra non ci sia più luogo sulla terra, paese o isola da cui sentirsi attratti e soprattutto che soddisfi i nostri sogni. Invece, il vero viaggio dovrebbe partire dalla mente, da un pensiero, da un sogno, appunto.

E da una città immaginaria ha inizio il viaggio dei partecipanti del laboratorio, dalla città di Clarice (da “Le città invisibili” di Italo Calvino) si parte per approdare alla scoperta, quella che “fa vedere ogni cosa come necessaria”, di Taranto, intrecciando le tante immagini e i diversi racconti con cui Alessandro Leogrande ha raccontato la sua e la nostra città (“Dalle macerie” e “Fumo sulla città”). Le descrizioni, le invettive, le storie di Leogrande sostengono l’intero viaggio degli allievi del laboratorio che è anche un calarsi nella storia delle fasi di grande trasformazione della città, da capitale magnogreca rinasce città bizantina e cresce e si trasforma modellando il suo affaccio sul Mare Piccolo e la vecchia Isola, che conserva in sé tutta la storia dei tarantini.

Insomma, una città bella, come appare nelle note di viaggiatori autorevoli come Pasolini, almeno fino agli anni ’60, allorché entrano nella sua skyline le ciminiere della più grande industria siderurgica d’Europa. Inizia allora una sorta di discesa agli inferi di Taranto e dei suoi abitanti che, abbacinati dalla nuova agiatezza, perdono via via memoria della loro identità che si sostanziava di storia e di leggenda, di personaggi reali e di sirene. Una identità da riscoprire per tornare ad intrecciare virtuosamente passato e futuro, la critica al presente con i sogni da realizzare. E, probabilmente, “Ci sarà allegria anche in agonia”, per dirla con Fabrizio De Andrè (“La città vecchia”).

In scena, i giovani compagni di viaggio: Susanna Astone, Annachiara Battista, Lorenzo Duchetti, Mimmo Galeandro, Giusi Greco, Ilaria La Guardia, Sabrina Muzzioli, Erica Patisso, Martina Punzi, Pietro Punzi, Maria Chiara Ranaldi, Federica Zani.