Il saggio si interroga sulla comprensione di chi sia ciascuno per l’Altro, passando attraverso gli altri: l’andirivieni rivela la prossimità del soggetto al gruppo e la complessità del suo stesso essere. L’autrice ragguaglia il lettore sull’esperienza di analizzante, di psicodrammatista e didatta. Il punto d’origine è l’atto di fondazione dello psico-dramma analitico a opera dei coniugi Lemoine e di un gruppo di giovani psicoanalisti di formazione lacaniana, interessati alle tecniche di gruppo, nella cornice della Parigi dei primi anni Sessanta, nel tumulto rivoluzionario del Sessantotto e delle lotte studentesche, e nella rivolta contro l’autoritarismo universitario.
La domanda di Antonia Guarini consiste nel chiedersi se oggi lo psicodramma analitico possa costituire ancora un valido strumento terapeutico: riconoscersi nell’altro può condurre a risignificare la propria storia e a ricostruire un legame sociale attraverso una nuova narrazione? Citando ciò che afferma Marie Noelle Gaudé sul libro, «L’autrice situa subito questa pratica nella clinica contemporanea: onnipresenza degli schemi, proliferazione degli oggetti… Lo psicodramma appare allora come un dispositivo opportuno per ristabilire un legame sociale compromesso dal solipsismo contemporaneo».
L’autrice Antonia Guarini è psicanalista, psicodrammatista didatta della S.I.Ps.A. (Società Italiana di Psicodramma analitico) e docente della Scuola di specializzazione per psicoterapeuti Coirag – sede di Padova e Roma. Ha già dato alle stampe i lavori “La mia vita accanto a Michele che non si sveglia mai” (Poiesis Editrice, 2011), “Un, due, tre, stella! Storie di donne e di ordinaria violenza” (Poiesis Editrice, 2016), e molti dei suoi articoli sono stati diffusi su “Areanalisi” e “Quaderni di psicoanalisi e psicodramma analitico”.
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