Formato dal soprano Valentina Madonna, dal pianista Domenico Balducci, dal virtuoso di bandoneon Giancarlo Palena e dal percussionista Francesco Giancaspro, l’Astor 4tet propone composizioni più o meno note del padre del «tango nuevo». Un omaggio in punta di voce a una delle grandi personalità del Novecento, l’autore di «Libertango» e altre 750 composizioni, capaci di abbracciare generi diversi, dal teatro musicale alla canzone. Piazzolla riuscì a portare la popolare musica argentina dai bordelli di Buenos Aires nelle sale da concerto, spinto da Nadia Boulanger durante l’apprendistato a Parigi, l’altoparlante del jazz nel Vecchio Continente. La capitale francese era, infatti, divenuta sponda europea anche per il tango, lanciato agli inizi del secolo con la consacrazione di Carlos Gardel. Poi, arrivò Astor Piazzolla, prima che il tango ispirasse a Bernardo Bertolucci un film con Maria Schneider e Marlon Brando sulle note del jazzista e sassofonista argentino Gato Barbieri.
E per un viaggio al contrario, dall’Europa verso il Sud America, erano partiti molti anni prima, in cerca di fortuna, i nonni di Astor Piazzolla, che da Trani intrapresero una lunga traversata prima di sbarcare a Mar del Plata, dall’altra parte dell’Oceano. Era la fine dell’Ottocento quando i Piazzolla si imbarcarono su uno dei tanti transatlantici che facevano la spola tra Vecchio e Nuovo Mondo. E la «città della felicità» nella quale si stabilirono era allora poco più di un porto di pescatori. Qui nacque Vicente Piazzolla, il papà di Astor, il barbiere di professione e fisarmonicista per diletto al quale il figlio, al momento della scomparsa, dedicò la celebre «Adiós Nonino», il brano ritenuto uno dei capolavori assoluti di Piazzolla, nato l’11 marzo del 1921 per cambiare le sorti del tango, quella musica e quella danza che Enrique Santos Discepolo chiamò con una definizione passata alla storia «il pensiero triste che si balla».
Biglietti 10 euro (ridotti under 14, 2 euro). Info 0883.332456
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