Barletta, il 3 aprile “La fisica che ci piace” con Vincenzo Schettini

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Il professore Vincenzo Schettini incontra gli studenti e i cittadini di Barletta.Una tappa degli Energy Talks del Gruppo Hope

BARLETTA – Mercoledì 3 aprile Vincenzo Schettini, il professore di Fisica più social d’Italia, sale in cattedra a Barletta per gli Energy Talks del Gruppo Hope. Nell’aula magna del liceo Alfredo Casardi di Barletta (via Ferdinando I D’Aragona, 100) dalle ore 10 alle ore 12, si parlerà di transizione energetica ed ecologica con gli studenti.

Nel pomeriggio, alle 17.30, le porte del liceo si aprono anche alla cittadinanza, tutti coloro che lo vorranno potranno incontrare il professore Schettini e partecipare ad una sua lezione, per confrontarsi anche su un tema centrale: il cambiamento climatico. L’incontro è ad ingresso libero, sino ad esaurimento posti.

Assieme a Schettini ci saranno Serafina Ardito, dirigente scolastica e Michele Scoppio, ingegnere elettrico, specializzato in eolico e fotovoltaico, e amministratore del Gruppo Hope, azienda con sedi in Puglia specializzata nello sviluppo di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Modera Silvio Maselli, responsabile pubbliche relazioni del Gruppo Hope.

“La transizione energetica ed ecologica – spiega Michele Scoppio, ingegnere elettrico, specializzato in eolico e fotovoltaico, e amministratore del Gruppo Hope – è oggi un argomento noto alla maggior parte delle persone. Parlarne, argomentare, criticare e discutere in modo costruttivo sono azioni che costituiscono il punto di partenza per sviluppare un approccio sano a tutte le questioni che influenzano la nostra presenza su questo pianeta. Parlarne in un liceo è una grande opportunità di confronto con la cittadinanza e con le istituzioni, ma soprattutto con le giovani generazioni, siamo al centro di una transizione energetica ed è fondamentale raccontare gli sforzi che possiamo fare tutti insieme per rallentare il cambiamento climatico. Abbiamo anche bisogno di ascoltare e lasciarci ispirare dai sogni e dalle aspirazioni dei più giovani. Nel corso della storia del pianeta, le trasformazioni climatiche hanno sempre portato alla ricerca e definizione di nuovi equilibri, e questo è il processo che dobbiamo presidiare, guidandolo anziché subirlo”.