I legali: “Rischio impasse aziende-Asl”
BARI – Secondo il recente rapporto INAIL* appena presentato, i contagi da coronavirus sul luogo di lavoro a livello nazionale hanno ormai superato la soglia dei 131.000 casi. In questo scenario la Puglia con 4.426 casi rappresenta il 3,4% degli infortuni sul totale nazionale, di questi 2.446 sono donne (55%), mentre 1.980 (45%) sono uomini.
La provincia di Bari, dove si registrano 1.384 casi, di cui 749 donne e 635 uomini, è ‘maglia nera’ (insieme a Foggia) in questa triste classifica con un’incidenza del 31,3% sul dato della Regione.
Una lettura del report, e del suo trend crescente, la forniscono gli esperti legali che osservano come nel rapporto azienda e lavoratore in materia di Covid vi sia un aspetto di criticità nel rapporto con le aziende sanitarie locali: “L’impasse – spiega l’avv. Irene Pudda di Rödl & Partner, esperta in privacy & labour compliance – è dovuta al fatto che il datore di lavoro non è autorizzato a comunicare ai colleghi il nominativo di un dipendente risultato positivo. L’azienda è tenuta a fornire all’azienda sanitaria locale le informazioni necessarie perché quest’ultima possa assolvere ai compiti previsti dalla normativa emergenziale e, contemporaneamente, ha facoltà di domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, ma è l’azienda sanitaria locale che ha la potestà di contattare i lavoratori per poi applicare le opportune misure di quarantena.“
Il rischio, così facendo, è che le aziende lascino operativi interi reparti o uffici con il pericolo di diffusione del virus, non solo tra i dipendenti che sono stati a contatto diretto con il soggetto contagiato, ma anche tra i loro famigliari e i conoscenti.
“Tuttavia non si può fare diversamente – chiarisce l’avv. Pudda di Rödl & Partner – La procedura è volta a tutelare la privacy del lavoratore risultato positivo al coronavirus. Certo, come è facile immaginare, procedere alla disinfezione della postazione di lavoro, delle attrezzature utilizzate e degli spazi comuni frequentati dal dipendente, domandare ai possibili contatti stretti di lasciare cautelativamente i locali aziendali, nonché isolare o chiudere gli uffici in cui il dipendente ha lavorato garantendone allo stesso tempo la totale riservatezza è di difficile applicazione.“
Nel dettaglio della rilevazione dell’INAIL in Puglia le denunce di infortunio causa Covid-19 sono per il 31,4% dei casi localizzate nella provincia di Foggia con 1.391 infortuni, seguita da quella di Bari con 1.384 casi (31,3%), Brindisi con 496 (11,2%), Barletta-Andria-Trani con 459 (10,4%), Taranto con 430 casi (9,7%) e infine Lecce con 266 casi (6,0%).
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