Crescono le esperienze di affido familiare di persone migranti nella Terra di Bari
“Protetto. Rifugiato a casa mia” è il nome del il progetto di integrazione e accoglienza, promosso dalla Caritas Italiana e realizzato nel sud-est barese dalla Diocesi di Conversano – Monopoli, che dà la possibilità di accogliere, in appartamento o in case condivise, singoli immigrati o nuclei familiari regolarmente soggiornanti nel nostro territorio. Uomini, donne e bambini avranno così la possibilità di trascorrere sei mesi accompagnati da una famiglia tutor e da una comunità accogliente in un contesto protetto, che cercherà di restituire loro fiducia e speranza.
Il progetto non si limita a garantire soltanto vitto e alloggio, ma intende accompagnare le persone accolte in un percorso di autonomia che consenta loro di integrarsi dal punto di vista sociale e abitativo e di raggiungere quel grado di emancipazione difficile da realizzare in grandi centri e strutture di accoglienza.
Così, grazie a una rete tra istituzioni e comunità promosse dalla Città metropolitana, con il consigliere delegato alle Politiche sociali Giuseppe Valenzano, dal Comune di Bari, con l’assessora al Welfare Francesca Bottalico, e dalla Diocesi di Conversano – Monopoli, sono state avviate le prime accoglienze nel territorio del sud-est barese: a Putignano, Conversano, Noci. L’ultima, in ordine di tempo, si è concretizzata a Monopoli dove, in una casa diocesana, è stata accolta una giovane coppia di rifugiati, individuata dall’ufficio Migrazioni del comune di Bari, che a breve darà alla luce un bambino.
“Siamo molto felici che lo spirito del progetto Essere comunità venga condiviso e rilanciato sul territorio – dichiara Francesca Bottalico – generando nuove esperienze di accoglienza e inclusione animate dalla stessa idea che l’incontro con chi vive situazioni di maggior disagio rappresenti un’occasione di arricchimento reciproco. Siamo convinti che dal confronto tra storie diverse, e anche molto lontane, possano nascere orizzonti nuovi, ricchi di speranza e di futuro: ce lo confermano quanti ad oggi hanno scelto di aprire le loro case a uomini e donne migranti, lasciandosi alle spalle i timori e le paure che troppo spesso vengono utilizzati in maniera strumentale. A Bari le esperienze avviate stanno procedendo bene, e la rete di operatori di Essere comunità e dei servizi sociali è al fianco della famiglie coinvolte per offrire supporto e consulenza”.
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