Bari

Bari, approvate intitolazioni in tratti stradali

La proposta è dell’assessore alla Toponomastica Angelo Tomasicchio

BARI – Su proposta dell’assessore alla Toponomastica Angelo Tomasicchio, la giunta ha approvato una delibera per l’intitolazione di tre strade nel territorio di Japigia – area maglia 22.

Si tratta di tre illustri concittadini baresi che si sono particolarmente distinti nel corso della loro vita e nello svolgimento del loro lavoro: l’avvocato Giuseppe Castellaneta, il giornalista Michele Lomaglio e l’ideologo Giovanni Papapietro. A Castellaneta verrà dedicato il prolungamento di via Germania, a Lomaglio il prolungamento di via Spagna e a Papapietro il tratto stradale parallelo a via Fratelli Prayer.

Con le intitolazioni che stiamo approvando in giunta – ha dichiarato Tomasicchio – continua il nostro percorso di recupero della memoria della città attraverso un riconoscimento dovuto nei confronti di donne e uomini che hanno fatto la storia di Bari. Oggi abbiamo reso omaggio a tre persone di grande spessore che hanno contribuito inequivocabilmente, con competenza e onestà, alla crescita culturale della nostra città. In questo modo intendiamo far sì che si rinsaldi il legame con la loro terra d’origine e che i cittadini, soprattutto le giovani generazioni, possano conoscere coloro che hanno speso la loro vita per lo sviluppo del nostro territorio”.

Di seguito una breve biografia di Giuseppe Castellaneta, Michele Lomaglio e Giovanni Papapietro:

Giuseppe Castellaneta (Bari 1935 – 2005)

Sempre la servizio della società, non ha mai separato l’attività legale dal proprio ruolo sociale. La scelta di dedicarsi al settore penale è scaturita dalla volontà di essere vicino alla parte debole della società, a chi compiva reati per bisogno.

L’impegno sociale lo ha spinto ad occuparsi di politica nel Partito Comunista Italiano, poi nel Partito democratico di Sinistra, rappresentando per tanti anni un punto di riferimento nel partito, nel Palazzo di Giustizia e in città. È stato consigliere comunale a Grumo e successivamente a Bari con Pinto, Canfora, Gargano, Scionti, Giannini dal 1966 al 1980. È stato anche consigliere provinciale e regionale. Il bisogno di essere al servizio della società lo ha portato ad essere protagonista nei processi politici, nelle cause seguite all’occupazione delle fabbriche e delle terre, nella sommossa degli edili, nella vicenda legata all’omicidio di Benedetto Petrone, nel processo di Piazza Fontana, per citarne alcuni.

Michele Lomaglio (Bari 1918 – 2005)

Laureato in Giurisprudenza presso l’Università di Bari, giornalista professionista è stato a lungo caporedattore della Gazzetta del Mezzogiorno. Nel 1955 fonda il quotidiano La Calabria a Cosenza, di cui fu amministratore delegato, con un gruppo di intellettuali e imprenditori pugliesi e calabresi; il giornale per insuperabili problemi logistici derivanti da una mancanza di una rete di servizi postali, telegrafici, ferroviari durò soltanto alcuni mesi. Eletto nel 1976 nel consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, è stato a lungo tesoriere.

Le sue esperienze professionali furono da sempre arricchite con il suo impegno politico. Antifascista, fu una delle prime tessere del Partito d’Azione. Iscritto successivamente nel Partito Repubblicano sotto la segreteria di Ugo La Malfa, ne fu segretario provinciale. Fu uno degli artefici, insieme a Renato Dell’Andro, Rino Formica e Michele Di Giesi della prima esperienza di centro-sinistra a Bari con sindaco Trisorio-Liuzzi. Fu nominato Presidente dell’ECA – Ente Comunale di Assistenza, nel 1974 divenne membro esecutivo dell’INADEL dove rimase fino allo scioglimento, avvenuto nel 1977 con la nascita dell’INPDAP. Nel 1975 diventa vicepresidente dell’Ente Provinciale del Turismo di Bari e si fa promotore del gemellaggio tra Bari e Dubrovnick, implementando gli scambi turistici, culturali e commerciali fra le due città dell’Adriatico. Ciò che ha contraddistinto l’uomo, al di là dei suoi pregi professionali, è stata la sua grande umanità unita a un’apertura culturale e mentale di grande levatura.

Giovanni Papapietro (Bari 1931 – 2005)

Sin dal 1951 ha svolto attività politica nelle file del PCI, occupando incarichi di direzione politica. È stato consigliere comunale a Bari negli anni ‘60, consigliere regionale dal 1970 al 1979, contribuendo a scrivere il primo statuto della Regione Puglia. È stato primo parlamentare europeo pugliese dal 1979 al 1980 e vicepresidente della commissione Cultura del Parlamento Europeo.

L’eredità lasciata da Papapietro rimarrà di fondamentale importanza per il mondo politico odierno, in quanto perpetuò il suo ideale di connubio armonico fra politica e cultura: insegnò uno spirito culturale che avrebbe dovuto prendere il posto dell’ideologia, legando la politica alla vita quotidiana, reale, ai problemi veri della gente, rispondendo alle deluse aspettative dei giovani. Affrontò numerose volte il tema della mondializzazione, auspicando l’intermediazione fra culture differenti. Il suo profondo radicamento con la politica fu evidente con la protesta dei giovani del ’68, la questione agraria del Mezzogiorno, la crisi dei partiti, evidenziando in lui un forte carattere capace di cogliere le necessità ed emergendo con una soluzione che esulava dalle cifre e dal peso della documentazione storica.

Raffinato intellettuale, allievo del prof. Canfora, ha coltivato per tutta la vita la passione per la letteratura, pubblicando opere di narrativa come “L’amica di mia madre” (ed. Sellerio) e “La biblioteca dello zio prete” (Ed .Incroci).

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