LO SPETTACOLO
Se consideriamo L’Apocalisse un genere letterario, questa Apocalisse Apocrifa scritta da Giuseppe Semeraro si inserisce in un filone e uno stile molto diffuso dalle origini della storia del Cristianesimo. Oggi conosciamo principalmente la famosa Apocalisse di San Giovanni ma accanto a questa restano diversi frammenti di altre Apocalisse Apocrife. Ed è proprio a questo corpus letterario che il testo di Semeraro si ispira. Altra fonte di ispirazione sono gli affreschi dedicati all’Apocalisse presenti nella Basilica di Santa Caterina d’Alessandria di Galatina, dichiarata monumento nazionale nel 1870, uno dei più insigni monumenti dell’arte romanica e gotica italiana. Basandosi su questi aspetti storici e iconografici il testo e la musica si proiettano in avanti cercando di cogliere nel nostro tempo tutti quegli indizi che da una catastrofe imminente rinnovano il senso di una profonda speranza. La parola apocalisse vuol dire rivelazione, visione e attraverso questi assunti il testo vuole lanciare in avanti una visione capace di cogliere la possibilità di una profonda trasformazione etica e politica. Sono parole che cercano una lingua arcaica e moderna insieme scavando nel presente la sua necessità di essere. L’unione di musica e parole rendono questo spettacolo unico e ne fanno un prezioso rito sonoro che cerca di creare con il pubblico un momento di condivisione sacra.
IL LIBRO
Il testo di Giuseppe Semeraro è confluito nel libro “Apocalisse apocrifa” in uscita per la casa editrice Les Flâneurs di Bari diretta da Alessio Rega all’interno della collana di poesia diretta da Alessandro Cannavale ed Elisabetta Destasio Vettori. «Ogni epoca ha il suo fantasma, la sua apocalisse, la sua rivelazione. Questa è un’apocalisse che si aggiunge alle altre apocrife. Quello che la rende unica è la spinta a farsi rito sonoro e attraverso questo condividere con il lettore/spettatore un atto sacro. Una preghiera laica rivolta a quel futuro che oggi sembra caderci addosso», si legge nelle note di copertina. Attore e regista, fondatore della compagnia teatrale Principio Attivo Teatro con la quale ha realizzato diversi spettacoli, Semeraro ha lavorato anche con, per fare qualche nome, Danio Manfredini, Alessandro Serra, Gianluigi Gherzi e Fabrizio Saccomanno. Ha pubblicato, tra gli altri volumi, “A cosa serve la poesia” (con Gianluigi Gherzi, 2017), “La manutenzione della solitudine” (2019), “A cosa serve la poesia, un diario” (2019), “Requiem per gli ulivi” (2020), “Da qui a una stella” (2021) e “Mappa dei luoghi selvatici” (con Gianluigi Gherzi, 2022)
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