Agricoltura sociale ed inserimento lavorativo, sfida al territorio per il benessere della collettività

45

ortovolante

Questa mattina il tavolo tecnico nell’ambito del progetto “Stare insieme rende forti” finanziato dal Gal Daunia Rurale 2020

FOGGIA – L’attesa della paga, i ritmi di lavoro, il rispetto degli orari, il rapporto con i colleghi, i contributi regolarmente versati. Quello che può sembrare normalità per tanti, diventa un piccolo evento straordinario per altri. In particolare, per tutte quelle persone con disagi diversi che stanno vivendo esperienze di inclusione socio-lavorativa nel campo dell’agricoltura sociale, riscoprendo talenti e capacità residue che prima non credevano di avere. Perché ci sono esperienze occupazionali nel settore agricolo che raccontano che è possibile coniugare agricoltura sociale ed inserimento lavorativo, i temi centrali su cui si è focalizzato il tavolo tecnico che si è svolto questa mattina a San Severo nell’ambito del progetto “Stare insieme rende forti”, finanziato dal GAL Daunia Rurale 2020 grazie al bando 2.3 “Rete della Daunia Rurale per l’innovazione e l’inclusione sociale delle categorie svantaggiate”.

Il progetto – che nasce dalla collaborazione tra le cooperative sociali Agape (soggetto capofila), Attivamente di San Severo, Medtraining e Ortovolante di Foggia – ha l’obiettivo di favorire, mediante un percorso di formazione specifico, l’orientamento al lavoro e la presa in carico di soggetti in fragilità sociale, in particolare persone con disabilità psichica segnalate dalle istituzioni competenti. L’incontro di oggi, quindi, è stato un primo momento di riflessione, confronto, discussione tra le realtà del terzo settore ed il mondo delle imprese profit, delle istituzioni, degli enti pubblici, dell’Asl, dei Comuni, per concordare possibili azioni sinergiche capaci di mettere insieme il comparto agricolo con quello del disagio sociale. «L’agricoltura sociale è una risorsa per tutto il territorio e può diventare concreta occasione di inserimento lavorativo di persone con disagi diversi – spiega Carmine Spagnuolo, presidente di Ortovolante –. Al terzo settore spetta il compito di accompagnare e supportare le imprese agricole che decidono di innovare attraverso percorsi di inserimento socio-occupazionale, valorizzando ancora di più le eccellenze dei loro prodotti attraverso un profilo etico che pone in evidenza la storia delle persone e promuove il benessere sociale della collettività. Ai Comuni, invece, chiediamo di programmare attraverso i loro interventi e le loro risorse dei percorsi di tirocinio formativo destinati a persone con fragilità diverse, proprio per facilitare il contatto con realtà lavorative».

Nel nostro territorio sono presenti diverse esperienze di agricoltura sociale che stanno raccontando l’importanza e la possibilità di tenere insieme questioni come sostenibilità economica ed inclusione sociale. «L’idea è quella di uscire dall’alveo dell’assistenzialismo in favore di processi di inserimento che coinvolgano le imprese profit – aggiunge Vincenzo Pacentra, presidente della cooperativa Agape – che possono avere come valore aggiunto della loro azione anche l’attenzione alle persone in fragilità, che proprio attraverso questi percorsi possono alleggerire la spesa sociale e guardare con più ottimismo al loro futuro». Persone con disabilità psichica, migranti tolti dalle maglie del caporalato, persone provenienti dal circuito della giustizia riparativa, ex-detenuti ed altro. A partire da “Volìo”, l’olio extravergine d’oliva realizzato da Ortovolante con il coinvolgimento di un gruppo di braccianti agricoli con disabilità psichica, sono diverse le esperienze che guardano all’agricoltura sociale come la visione del lavoro del domani. Per riuscirci, però, è quanto mai necessario creare un tavolo di confronto, discussione, riflessione che tenga dentro tutti gli attori sociali del territorio. Di qui, la promozione dei tavoli tecnici nell’ambito del progetto “Stare insieme rende forti”, che diventa anche un’occasione per discutere delle varie difficoltà oggi incontrate dal tutto il comparto agricolo. Di particolare interesse, come emerso nel corso dell’incontro, il monitoraggio dei terreni abbandonati o in disuso in provincia di Foggia, che possono invece diventare luoghi da riconvertire ed in cui praticare attività di agricoltura sociale per tutelare la vocazione agricola del nostro territorio e per creare possibili occasioni di lavoro.