Trani, Ospedale: parla il sindaco

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“Vogliamo un accordo che garantisca l’investimento su Trani dei fondi europei destinati alla Asl”

logo comune di TraniTRANI – “Abbiamo predisposto una proposta organica e integrata di rilancio della offerta di salute per i cittadini, tranesi e non tranesi. Passando attraverso il ripensamento della presenza della Asl a Trani, puntiamo al rilancio sia della struttura ospedaliera in chiave di ospedale territoriale e di continuità che di altre strutture a nostra disposizione. Vogliamo così scongiurare l’occupazione dei nostri spazi e lo svilimento delle nostre strutture come fossero la dependance dell’impero. Discuteremo di questa proposta col direttore generale Ottavio Narracci nei prossimi giorni e pretenderemo che si chiuda nel giro di pochi giorni un accordo che garantisca l’investimento su Trani della maggior parte dei fondi europei destinati a questa Asl”. A dirlo è il sindaco di Trani, Amedeo Bottaro.

Il sindaco di Trani ripercorre le tappe di una storia di inesorabile declino dello stabilimento tranese: “L’ospedale di Trani è stato chiuso oltre 15 anni fa dalla giunta regionale presieduta da Raffaele Fitto. Chiunque affermi una cosa diversa, mente sapendo di mentire oppure parla di cose che non conosce. Quello a cui abbiamo assistito da allora, e di cui oggi si continua a discutere, è il suo conseguenziale, inevitabile e progressivo smantellamento. L’attuale Amministrazione comunale ha potuto solo prendere atto di questo processo, trattandosi di un declino che ha, appunto, ben altre origini e ben altri responsabili, molti dei quali oggi sbraitano e lanciano accuse. La chiusura dell’ospedale di Trani è il risultato di dinamiche politiche di livello locale che hanno visto convergere, negli anni, gli interessi più disparati ed anche quelli più inaspettati. Ma tutto ciò non sarebbe stato possibile se a livello nazionale non si fosse attuata la scellerata scelta di chiudere gli ospedali per risolvere i problemi della sanità. Perché, da venti anni a questa parte, si è voluto far credere ai cittadini che per risparmiare sul costo della sanità fosse inevitabile chiudere alcuni ospedali? Perché nessuno ha posto il problema degli enormi sprechi che caratterizzano la sanità italiana? Perché si è considerata inevitabile la soluzione della mortificazione del diritto alla cura, e non si è lavorato alla razionalizzazione del costo dei farmaci, delle prescrizioni e dei ricoveri inappropriati? Perché si è scelto di penalizzare i cittadini e non sono stati intaccati gli interessi delle varie lobbies industriali e imprenditoriali e le varie rendite di posizione di chi, allegramente, gioca sia in ambito pubblico che privato? Perché a fronte dei frettolosi tagli alla ospedalità pubblica non si è proceduto, con pari celerità, ed anzi ancora non si procede, ai tagli alla ospedalità privata che, anzi, parrebbe uscire avvantaggiata da questo riordino? Perché si procede alla chiusura di ospedali pubblici e, invece di convertire questi ultimi in funzione del fabbisogno regionale, si considerano intoccabili (ed anzi si aumentano) i posti letto nella ospedalità privata?”.

Quella della inevitabile chiusura di alcuni ospedali pubblici – prosegue Bottaro – è una favola a senso unico alla quale, stranamente, nessuno si è opposto seriamente. E proprio in materia di sprechi che nessuno combatte”. Quanto alla situazione del San Nicola Pellegrino, il primo cittadino tranese pone una domanda: “Se è vero, come è vero, che la chiusura dell’ospedale di Trani sia stata decisa almeno quindici anni fa, perché si è proceduto alla costruzione di un nuovo grande e avveniristico pronto soccorso? Il problema, sia chiaro, non è solo che i cinquantaseimila cittadini tranesi dovranno rivolgersi al pronto soccorso di Bisceglie (che, dal punto di vista strutturale, non è assolutamente in grado di reggere l’onda d’urto della domanda di una popolazione base di circa 110.000 abitanti che diventano almeno 150.000 in estate). Il problema è anche e soprattutto un altro: perché è stata spesa una cifra enorme per costruire un pronto soccorso che si sapeva non sarebbe mai stato inaugurato? Chi non ha vigilato su questo enorme spreco? E ancora: siamo sicuri che non si stia procedendo con la gara d’appalto per l’acquisto delle attrezzature del pronto soccorso morto prima ancora di nascere? Siamo sicuri che su questa vicenda non si siano già create le condizioni per l’intervento della Corte dei Conti?
Per quanto ci riguarda, è certo che non stiamo a guardare: abbiamo predisposto una proposta di rilancio che discuteremo con Narracci nei prossimi giorni. Vogliamo rilanciare la sfida del diritto alla salute di questa città e vogliamo lasciarci definitivamente alle spalle una partita persa da altri e non da noi”.