Tom Kuka, Anilda Ibrahimi e un reading di Angela De Gaetano per la serata finale del “Medifest” a Marittima

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MARITTINA (LE) – Domenica 1 agosto a Marittima si conclude la prima edizione del “Medifest. Suoni, dialoghi, memorie, immagini del Mediterraneo” dedicata all’Albania. Dopo il concerto all’alba sul Belvedere dell’Insenatura dell’Acquaviva con il pianista Robert Bisha, dalle 20:30 in Piazza Principe Umberto si parlerà di “Albanesi d’Italia e albanesi d’Albania: autori a confronto”. L’incontro, moderato dalla giornalista e scrittrice salentina Luisa Ruggio, metterà a confronto, infatti, le esperienze diverse di due coetanei scrittori albanesi che hanno deciso di intraprendere strade diverse. Tom Kuka, vincitore del Premio Europeo per la Letteratura 2021, vive e lavora in Albania. La pluripremiata Anilda Ibrahimi ha deciso invece di lasciare il suo Paese e di proseguire la carriera in Italia.

Giornalista, scrittore e conosciuto conduttore televisivo, Tom Kuka, pseudonimo di Enkel Demi, nasce a Tirana nel 1972 ed è in Albania che svolge la professione di giornalista. Il suo primo romanzo, “Hide mbi Kalldrëm”, viene dato alle stampe nel 2016, mentre nel 2018 pubblica “Gurët e vetmisë” ed è con quest’ultimo libro che, nel 2019, Kuka si aggiudica il Premio Nazionale per la Letteratura. Nel novembre dello stesso anno nasce il suo terzo romanzo “Ora e ligë (L’ora del male)”, tradotto e pubblicato in Italia nel 2021 da Besa Muci Editore.

Anilda Ibrahimi è nata a Valona nel 1972. Ha studiato letteratura a Tirana. Nel 1994 ha lasciato l’Albania, trasferendosi prima in Svizzera e poi, dal 1997, in Italia. Il suo primo romanzo “Rosso come una sposa” è uscito presso Einaudi nel 2008 e ha vinto i premi Edoardo Kihlgren – Città di Milano, Corrado Alvaro, Città di Penne, Giuseppe Antonio Arena. Per Einaudi ha pubblicato “L’amore e gli stracci del tempo” nel 2009 di cui sono stati opzionati i diritti cinematografici, e ha vinto il premio Nuto Revelli. Nel 2012 ha pubblicato, sempre per Einaudi, “Non c’è dolcezza” e, nel 2017, “Il tuo nome è una promessa”, con il quale ha vinto il prestigioso premio Rapallo. I suoi romanzi sono tradotti in 6 paesi. Vive e lavora a Roma.

A seguire spazio alla degustazione di un piatto tipico albanesa a cura dell’IPSEO “Aldo Moro” di Santa Cesarea Terme in collaborazione con l’Associazione Puglia in Rosè.

Alle 22 in Vicolo Leonardo Da Vinci l’attrice salentina Angela De Gaetano proporrà la lettura di una selezione di poesie tratte dai volumi, entrambi pubblicati da Besa Muci, “Il mio grido” di Mimoza Ahmeti e “Dio si declina sul gelsomino” di Shqiponja Axhami Trota e del breve racconto “I bottoni colorati” di Eva Meksi, arrivata in Italia nel 1991 a bordo della nave Vlora.

Candore e sensualità costruiscono la mappa emozionale delle poesie di Mimoza Ahmeti, scandite da quel linguaggio fluido e cristallino che ha già fatto dell’autrice un “classico moderno”. Altro aspetto intrigante dei versi di questa poetessa albanese è l’ambiguità sessuale che pervade molti componimenti: l’ambivalenza e la offuscazione poetica del maschio e della femmina che rende la scrittura ancor più seducente e carica di significati nascosti tra le righe.

Shqiponja Axhami Trota propone una raccolta poetica attraversata da un senso di purezza e dal delicato, celestiale profumo del gelsomino nominato nel titolo. Un’esplosione di grazia, luce e fragilità cui si contrappone l’altra faccia di questo cosmo poetico che è intriso di polvere e gronda sangue. In un susseguirsi ritmato, nei versi sfilano come tanti fotogrammi eroine e madonne della tradizione albanese, paesaggi naturali di bellezza incontaminata che trasmutano in stati del cuore e della mente; dittature e prese in giro, una cruenta e beffarda critica della guerra e della società; e ancora animali fantastici, bestiali e innocenti. Una raccolta che è un concentrato di corpo e spirito, bianco e nero d’occhio meraviglioso e orribile.

Eva Meksi scrive un delicato e drammatico racconto di un viaggio verso la libertà, il riscatto e un futuro migliore. L’8 Agosto 1991, la nave Vlora porta sulle coste pugliesi circa 20.000 persone scappate dall’Albania, ognuna con la propria vita e con il proprio dolore. Tra queste persone c’è anche una ragazzina, con i suoi sogni e la sua gonna con i bottoni colorati…

Il festival è promosso da Regione Puglia (Assessorato cultura, tutela e sviluppo delle imprese culturali, turismo, sviluppo e impresa turistica), Teatro Pubblico Pugliese, Puglia Promozione, Piiil Cultura e finanziato con fondi a valere sul PO Puglia FESR/FSE 2014/2020 – Asse 6 – Azione 6.8 e realizzato in collaborazione con Apulia Film Commission, i Comuni di Castro e Diso, Puglia in Rosè, IPSEO “Aldo Moro” di Santa Cesarea Terme, Besa Muci, Libreria Idrusa e Cooperativa Coolclub, con il patrocinio dei Comuni di San Marzano di San Giuseppe, Chieuti e Casalvecchio di Puglia con il sostegno dell’impresa Anacleto Longo Srl di Poggiardo.

Ingresso libero fino a esaurimento posti nel rispetto delle vigenti normative anticovid19.