Salento, Aqp blocca il servizio idrico agli alloggi popolari

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Trevisi (M5S): “La Regione intervenga per garantire il rispetto della dignità umana”

Antonio TrevisiLECCE – Rubinetti ancora a secco in diverse palazzine dell’Arca Sud Salento, dove l’ AQP ha interrotto l’erogazione del servizio idrico a causa dell’accumulo di utenze non pagate. Una situazione in cui si trovano da quasi due mesi le 28 famiglie che alloggiano nella palazzina popolare di via Cattaneo a Matino, che secondo AQP avrebbero accumulato arretrati per migliaia di euro.
Nell’attesa che vengano installati dei contatori di sottolettura intelligenti che consentano di distinguere gli utenti morosi da quelli non morosi la Regione Puglia deve intervenire – dichiara il consigliere salentino del M5S Antonio Trevisi – perché trovi una soluzione che eviti il blocco del servizio idrico per gli inquilini morosi e non. Una situazione che può comportare seri rischi per la salute pubblica. Secondo quanto disposto dalla legge regionale, infatti, è l’ente gestore delle abitazioni popolari a dover versare le quote insolute relative al pagamento dei servizi accessori, occupandosi contemporaneamente del recupero delle somme nei confronti dei morosi. Il rischio è quello di andare incontro a veri e propri problemi di ordine pubblico dato che l’Ente ha espresso l’intenzione di rimuovere meccanicamente i contatori dell’acqua”.

Seri problemi – denuncia il consigliere cinquestelle – si stanno riscontrando anche nella zona 167 di Lecce, dove spesso Acquedotto Pugliese interrompe il servizio idrico lasciando senz’acqua le famiglie e creando gravi problemi in particolare ad anziani e disabili che vivono nelle palazzine. Purtroppo, gli occupanti di questi alloggi, a causa dello difficoltà economiche in cui si trovano non possono sanare i loro debiti nei confronti dell’Acquedotto anche attraverso la rateizzazione”.

Oggi le tariffe idriche in Puglia sono elevatissime – conclude Trevisi – anche a causa dei numerosi sprechi e di un servizio che, specie nel sud, lascia molto a desiderare. In sostanza i cittadini pagano sempre di più per ricevere sempre meno in un comparto, quello dell’acqua, che rappresenta un settore essenziale e un bene primario per la collettività”. Su temi essenziali come Acqua, Sanità e Istruzione non si dovrebbe pensare al profitto, si tratta del diritti che non possono essere sottratti a nessun cittadino.