Nel corso delle indagini sono stati identificati i responsabili della distribuzione illecita di migliaia di copie digitali di quotidiani, 9 dei quali indagati per violazione della legge sul diritto d’autore, mentre gli amministratori dei siti internet restano al momento ignoti. Nell’agosto scorso alcuni degli indagati sono stati destinatari di perquisizioni domiciliari in Puglia, Campania, Marche e Lazio. “Ci chiuderanno tutto”, per cui “l’unica cosa che posso fare è svelarvi dove scarico i giornali e ognuno per la propria strada prima che finiamo tutti in merda”, è uno dei messaggi intercettati dagli investigatori durante gli accertamenti, dopo l’oscuramento dei primi canali Telegram.
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