Paolo Lattanzio (M5S): “Finalmente l’antimafia si studierà a scuola nell’ambito dell’insegnamento dell’educazione civica”

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paolo lattanzio (M5S)

Ecco le sue dichiarazioni

ROMA – “L’educazione alla legalità e al contrasto alle mafie diventerà materia di studio a scuola rientrando nell’insegnamento dell’educazione civica. Sono orgoglioso e soddisfatto di aver portato a termine questo obiettivo, per cui sto lavorando da mesi in Parlamento e da una vita attraverso il mio impegno civile al servizio dell’antimafia sociale“. Così Paolo Lattanzio, portavoce del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione Antimafia.

Lo avevo anticipato in campagna elettorale e in questi mesi di attività parlamentare mi sono attivato fortemente per rendere l’antimafia oggetto di studio e di riflessione a scuola, attraverso l’abbinamento della mia proposta di legge sull’educazione di antimafia all’attuale proposta di legge sull’educazione civica e con una mia proposta di modifica accolta come emendamento del relatore“, prosegue.

Inoltre, proprio ieri è stato approvato anche il mio ordine del giorno, con cui si impegna il Governo a inserire chiaramente nelle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica a scuola un’adeguata attenzione al tema della lotta alla mafia, con riferimento alle buone pratiche dell’antimafia sociale. Si tratta di temi che considero fondamentali nella formazione di un bagaglio culturale solido e completo delle studentesse e degli studenti. L’ordine del giorno impegna poi il governo a istituire una anagrafe dell’antimafia, che includa associazioni, progetti e operatori. L’obiettivo è quello di realizzare uno strumento di memoria collettiva dell’antimafia sociale, per valorizzare e rendere nota in maniera trasparente l’attività di chi lavora nell’antimafia” spiega Lattanzio.

Parlare di antimafia in classe significa rendere le studentesse e gli studenti più consapevoli e protagonisti delle loro scelte, ma anche restituire alla scuola il suo ruolo fondamentale di primo presidio nella diffusione di una cultura della legalità che sia non repressiva e basata innanzitutto sulla prevenzione, sulla conoscenza e sulla cultura. Questo risultato contribuisce a costruire un’antimafia diffusa, basata sulla partecipazione di tutte e di tutti” conclude.