Oncorete, la rete oncologica pugliese è realtà

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giovanni gorgoni

I dettagli

BARI – La Rete Oncologica Pugliese (ROP) sta per compiere un anno di vita. Nonostante la sua giovane età questa rete è riuscita, grazie allo sforzo congiunto tra istituzioni e gli esponenti del sistema sanitario, a raggiungere i primi obbiettivi che erano stati prefissati e gettato delle solide basi per il futuro. La ROP però deve prepararsi anche ad una nuova sfida: quella di mettersi in comunicazione con le altre reti oncologiche. Per tirare le somme sul primo anno di vita della ROP e per creare un primo dialogo che potrebbe spingere alla creazione di una rete nazionale si è svolto l’11 aprile a Bari il convegno “Oncorete Sharing and Innovation System”.

L’evento organizzato da Motore Sanità, con il contributo incondizionato di Bristol-Myers Squibb e con il patrocinio di Istituto Tumori Bari, AreSS Puglia, Rete Oncologica Pugliese, APEO, F.A.V.O. è la terza tappa, prima nel meridione, del progetto nazionale Oncorete che vuole creare un duplice ponte di dialogo, il primo tra le singole reti oncologiche regionali per creare una rete nazionale ed un secondo tra le reti oncologiche e la cittadinanza per una corretta informazione sulle opportunità cliniche dei pazienti oncologici.

Il processo di implementazione e messa a regime della giovanissima rete oncologica pugliese – afferma Giovanni Gorgoni, Direttore Generale AReSS Puglia – prosegue e passa sempre di più dagli interventi di architettura generale a quelli di radicamento territoriale e di articolazione per specifica patologia. Lo sforzo rimane tra i più complessi e non è un caso se anche nella recente review di AIOM in Senato che ha certificato quella pugliese come una delle sette reti regionali attive e l’unica al Sud“.

Durante l’evento sono state anche presentare le linee progettuali di popolamento della Rete con le sottoreti di patologia dei primi cinque più diffusi tumori, gli imminenti PDTA per questi tumori e si è fatto il punto della situazione sulla vera chiave di volta organizzativa dell’intera rete, ossia i Centi di Orientamento Oncologico.

I COrO (Centri di Orientamento Oncologico) dell’Area Salento sono 5 – spiega Gaetano Di Rienzo, Coordinatore Operativo DIOnc Salentino – dislocati negli Ospedali di Lecce, Tricase, Scorrano, Casarano e Gallipoli. Nella prima fase di organizzazione si è provveduto a identificare uno specialista Oncologo responsabile di ogni COrO e ad assegnare il personale amministrativo che lavora in stretto contatto con lo specialista oncologo e che risponde alle telefonate dell’utenza. Contestualmente si è provveduto a determinare gli slot diagnostici necessari per il soddisfacimento in tempi rapidi delle richieste e all’attivazione dei GIP (Gruppi Interdisciplinari di Patologia)“.

Della funzione dei CorO ne ha parlato anche Salvatore Pisconti, Coordinatore Operativo DIOnc Jonico-Adriatico: “Dal 14 Gennaio 2019 i COrO hanno iniziato ad orientare e supportare il “nuovo” paziente oncologico o sospetto oncologico e assicurarne l’avvio della presa in carico. Fungono, pertanto, da elemento cardine per la gestione della continuità assistenziale della persona ammalata attraverso molte funzioni che vanno dalla prima visita oncologica all’attivazione dello psico-oncologo e dell’assistente sociale, oltre che gestire la documentazione cartacea e informatica e fungere da collegamento con il Registro Tumori“.

La strada che al momento sta percorrendo la ROP è “tecnica”, ma che in breve offre benefici rapidi e reali ai malati oncologici pugliesi, come sottolineato da Giammarco Surico, Coordinatore Regionale Rete Oncologica Regione Puglia: “La rete oncologica pugliese è ormai una realtà, garantendo omogeneamente l’offerta sanitaria oncologica, con l’obbiettivo di qualificarla ottimizzando risorse ed eccellenze da sempre presenti sul territorio”. Dello stesso parere Vito Antonio Delvino, Direttore Generale IRCCS Giovanni Paolo II Bari e Presidente UCOR Rete Oncologica Pugliese: “Ogni rete rappresenta un esempio di grande efficienza perché ottiene il massimo risultato compatibile con il minimo dei materiali impiegati. In tale ottica saranno le reti in genere a garantire la compatibilità economica del nostro sistema sanitario. Ma la ROP – conclude il direttore – ha anche l’obiettivo di migliorare la qualità dell’assistenza in tutta la regione mediante la condivisione dei PDTA e la libera circolazione delle competenze e delle informazioni“.

La ROP ha anche già istituito le prime reti specialistiche, come quella di anatomia patologica. “Il ruolo della rete di Anatomia Patologica – spiega Alfredo Zito, Direttore UOC Anatomia Patologica IRCCS Giovanni Paolo II Bari – è quello di consentire a tutta la popolazione pugliese l’accesso alle indagini istopatologiche e molecolari più complesse, condividendo le tecnologie e mettendo a disposizione l’expertise di ciascun patologo. Le nuove terapie oncologiche (terapie a bersaglio molecolare, immunoterapia etc.) se da un lato si stanno rivelando efficaci, d’altro canto hanno costi estremamente alti. Investire nella rete di Anatomia Patologica significa migliorare la qualità delle prestazioni sia per evitare ai pazienti terapie inutili se non addirittura controproducenti, sia per i risparmi importanti per l’interno sistema sanitario nazionale“.

Se molti passi sono stati già compiuti molti altri ne verranno fatti in futuro. “Grazie al lavoro multidisciplinare di qualificati specialisti pugliesi – racconta Leonardo Vincenti, Direttore UOC Chirurgia Generale Ospedaliera AOU Policlinico Bari siamo finalmente in grado di garantire ai nostri concittadini il Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale “IDEALE” per la cura delle neoplasie colorettali. Aspettiamo adesso che le Istituzioni intervengano con decisione ed entusiasmo al fine di garantire la fase attuativa sul campo del PDTA stesso“.

La cura del paziente oncologico è un percorso così complesso sia fisicamente che psicologicamente da non poter trascurare nessun aspetto, nemmeno quello estetico.

L’attività svolta allo Spazio Benessere IEO – afferma Carolina Ambra Redaelli, Presidente APEO – riguarda principalmente: suggerimenti di dermocosmesi preventiva quotidiana; gestione estetica della pelle e delle unghie di mani e piedi per posticipare il più possibile la tossicità da terapia oncologica; trattamenti estetici del viso per idratare e nutrire la pelle; massaggi rilassanti e drenanti specificamente studiati da personale medico. In una società dove la vita si è allungata, si muore meno e si cura di più, diventa importante garantire alle persone in terapia una migliore qualità di vita e quindi affiancare all’attività del medico nuove professioni qualificate e certificate – conclude Redaelli – in registri internazionali CEPAS, che ne supportino, avvalorino, migliorino il lavoro e quindi la vita delle persone in terapia“.

Il congegno si è chiuso con un tavolo di discussione tra pazienti oncologici, rappresentati da Francesco Diomede, Vice presidente FAVO e gli esponenti della ROP.

La Rete Oncologica Pugliese, come tutte le “Reti” – racconta Diomede – ha una storia lunga e irta di ostacoli che ha visto la Favo, la Direzione dell’Istituto Tumori di Bari e l’AReSS Puglia tra i protagonisti. Grazie a questi sforzi oggi i pugliesi possono contare su una presa in carico del paziente oncologico e sul mantenimento di tale presa in carico, per tutto l’iter di cura, nonché su un approccio multidisciplinare della patologia. Circostanze di vitale importanza per i Cittadini colpiti e per le loro famiglie“.