“Nulla di scontato, ancora a rischio la Corte d’Appello di Lecce”

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Il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Marcello Dell’Anna e il presidente dell’Ordine degli Avvocati, Roberta Altavilla, sono intervenuti durante la seduta odierna del Consiglio comunale che ha approvato all’unanimità (assente la minoranza) l’ordine del giorno proposto dal sindaco Paolo Perrone

consiglio comunale lecceLECCE – La Corte d’Appello deve restare a Lecce. Lo ha detto a chiare lettere il Consiglio comunale di Lecce che ha approvato all’unanimità (assente la minoranza di centrosinistra) un ordine del giorno presentato dal sindaco Paolo Perrone con il quale si sollecita il Governo a confermare la sede della Corte d’Appello a Lecce, “si invita l’intera deputazione regionale e parlamentare ad intraprendere ogni iniziativa utile” alla causa e si invia lo stesso documento “alle altre Amministrazioni Comunali del distretto della Corte d’Appello di Lecce perché possano intraprendere analoghe iniziative”.

A prendere per primo la parola è stato il sindaco Paolo Perrone, firmatario dell’ordine del giorno: “Non è una iniziativa dal sapore propagandistico ma è necessaria perché si basa su dati oggettivi che non possono non essere considerati da chi dovrà prendere una decisione definitiva. Fino a quando non vi saranno atti ufficiali continueremo a vivere nell’incertezza. Per questo è importante lanciare oggi da questa assise un segnale forte al Governo. Lecce ha tutte le carte in regola perché possa restare sede di Corte d’Appello Per una serie di ragioni: il numero di abitanti (1milione 800mila circa tra le province di Lecce, Brindisi e Taranto); l’elevato tasso di criminalità organizzata; la conseguente soppressione della Procura Generale; gli elevati carichi di lavoro, civili e penali; la specificità territoriale del bacino d’utenza e la difficile situazione infrastrutturale legata ai collegamenti; infine, la tradizione e la storia ultra secolare che hanno legato il nome della città a questa prestigiosa Istituzione”.

Non è mancato un accenno alla mancata partecipazione dei consiglieri di minoranza alla seduta consiliare: “Sono perplesso, sbigottito e deluso dalla loro assenza ai lavori del Consiglio. Su argomenti di così grande interesse per la comunità leccese mi sarei aspettato che tutti potessimo andare nella stessa direzione”.

Poi è stata la volta del presidente dell’Ordine degli Avvocati della provincia di Lecce, Roberta Altavilla: “Siamo preoccupati: non saremo tranquilli fino a quando non avremo certezza che la Corte d’Appello resterà a Lecce. E’ fondamentale per il settore civile basti vedere l’importante giurisprudenza su tantissime questioni portate alla ribalta nazionale. Non possiamo deludere le aspettative di tanti cittadini e avvocati”.

Ancora più esplicito è apparso il presidente della Corte d’Appello di Lecce, Marcello Dell’Anna: “Nulla è scontato: se non si verificano alcune condizioni la Corte d’Appello di Lecce rischia di scomparire. Una eventuale soppressione metterebbe in difficoltà il sistema giudiziario e non garantirebbe il diritto di difesa dei cittadini, ma perché Lecce possa restare sede di Corte d’Appello è fondamentale assicurare un maggior grado di specializzazione e un maggior grado di efficienza dell’intera macchina giudiziaria”.

Nel dibattito è intervenuto il Consigliere comunale Daniele Montinaro che ha parlato a nome del gruppo consiliare “Grande Lecce”: “Siamo tutti fiduciosi, ma nulla è dato per certo: da questa assise deve partire un segnale forte per dire ‘no’ alla chiusura della Corte d’Appello per questo è importante che il Consiglio comunale si possa esprimere su questa materia”.

“Non possiamo non far sentire la nostra voce su questo argomento – ha aggiunto Francesca Mariano del gruppo “Lecce 2017” – L’auspicio è che non prevalgano fattori legati alla geografia politica”.

“Sarebbe una scelta sciagurata – afferma Pierpaolo Signore, capogruppo di Fratelli d’Italia-An – che determinerebbe un’ulteriore concentrazione di interessi attorno alla città capoluogo di regione e una ancor più grave penalizzazione delle province salentine, già messe a dura prova da un reiterato baricentrismo che ha in Emiliano il suo interprete principale, con la complicità del Pd locale troppo disattento nella reale difesa del territorio”.