Mola di Bari, Piero Rotolo e Maurizio Pellegrini in “Sentimento, pazzia e genio creativo”

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Al Teatro Niccolò van Westerhout, sabato 8 aprile, per Agìmus 2023, il recital  su Johannes Brahms e gli Schumann

MOLA DI BARI – Riagganciandosi al recente progetto di Piero Rattalino e Ilia Kim, l’Agìmus di Mola di Bari continua ad esplorare i rapporti tra gli Schumann (Robert e Clara) e Brahms col recital «Sentimento, pazzia e genio creativo» in programma sabato 8 aprile (ore 19.30) al Teatro van Westerhout. Il pianista Piero Rotolo e il narratore Maurizio Pellegrini scandaglieranno uno dei più affascinanti legami nella storia della musica classica tra tre personalità dominanti durante il periodo del Romanticismo tedesco, le cui vicende si sono intrecciate tra amore, amicizie profonde e convinzioni artistiche.

Pertanto, racconto biografico, lettere e analisi dei tre protagonisti fanno da sfondo all’esecuzione di alcune significative composizioni, a partire da una selezione dalle diciotto danze intitolate «Davidsbündler» e ispirate a Schumann dall’attività di critico ai tempi in cui, una volta espulso dalla «Allgemeine Musikalische Zeitung» fondò (nel 1834) la «Neue Zeitschrift fur Musik». La creò per contrastare i reazionari della musica i nemici dell’arte vera, i «filistei» contro i quali il compositore riunì un’ideale Lega dei «Compagni di David» che, nella rivista, appaiono con degli pseudonimi, mentre lo stesso Schumann divide la propria personalità sotto le differenti firme del veemente Florestano e del più mite Eusebio.

In questo ciclo del 1837, che si presenta come un insieme di brevi immagini musicali estremamente diverse, capaci di offrire una visione intima dello stato emotivo di Schumann in quel momento, è rappresentata anche Clara Wieck, destinataria nel 1854 delle sedici «Variazioni sopra un tema di Schumann tratto dai Bunten Blattern op. 99» di Johannes Brahms, compositore del quale la signora Schumann s’era invaghita, peraltro corrisposta. Una sequenza caratterizzata da un uso dell’invenzione sullo stesso motivo tutt’altro che ornamentale e collocata da Rotolo nella parte centrale del concerto, che si chiuderà con un’altra composizione coeva di Brahms, le quattro «Ballate op. 10», tutte caratterizzate da un’estrema libertà e una spontanea ispirazione.

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