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Locorotondo, incontro con Silvana Kuhtz e Silvia Parentini

Presso la Libreria L’Approdo, venerdì 6 giugno 2025, le due autrici presenteranno la  collana di libri sperimentali “Poeticamente Abitiamo-Poesia per la città”

LOCOROTONDO (BA)  – Che cosa hanno in comune Architettura e Poesia? Che cosa può fare la poesia per la città? Si ragionerà su queste domande il 6 giugno 2025, alle ore 19.00, a Locorotondo, libreria L’Approdo (Piazza Mitrano 5).
L’incontro sarà un dialogo tra le due autrici e Vincenzo Leccese, con letture poetiche dal libro, di Enrica Montrone.

Le autrici

Silvana Kuhtz e Silvia Parentini, l’una ingegnera e poeta, l’altra architetta, stanno riflettendo da qualche anno sul fatto che a volte gli uni, gli architetti, hanno bisogno degli altri, i poeti. Il linguaggio tecnico del progetto si traduce in linee, prospetti, piante, e non sempre racconta la vita che c’è oltre i muri, la vita delle persone che abiteranno quegli edifici. E invece il poeta può farlo.
E da qui Silvana e Silvia hanno pensato di creare una collana di libri sperimentali, dal titolo Poeticamente Abitiamo-poesia per l’architettura, in cui mettono insieme proprio queste esigenze creative ed espressive.

Le case, le città, le piazze sono progettate da architetti e ingegneri. Raramente si pensa che questi tecnici abbiano qualcosa in comune con i poeti, perché prima di costruire devono progettare e prima di progettare devono avere un’idea (possibilmente ispirante). In pratica inventano mondi, e poi li fanno diventare realtà. Anche i poeti inventano mondi, guardano oltre, scoprono sentimenti ed emozioni, che sono realtà.

“Poeticamente Abitiamo è la collana di poesia e fotografia per l’architettura e la cittadinanza” – dicono Silvana Kuhtz e Silvia Parentini – “risultato della ricerca che conduciamo tra partecipazione e didattica. Il poetare non è cesura dal quotidiano, volo di fantasia, ma un modo per riportare l’uomo sulla terra, restituendolo all’essenza propria dell’abitare, dell’aver cura. La parola poetica, supportata dalla fotografia, genera visioni che incoraggiano a scavalcare il semplice guardare, a concentrarsi sulle pieghe, nelle fessure, negli stralci di progetto, a immaginare luoghi, perché sia il poeta che l’architetto immaginano mondi che ancora non esistono”.

Il volume di cui parleremo racconta di presente e passato, città dolenti, aree degradate e da recuperare, ci interrogheremo sull’abitare la memoria, il presente e il futuro e sul come abitare per restituire umanità e poesia.

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Argomenti: Locorotondo

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