Il Settore Cultura Scrive alla Regione Puglia: “Cultura Priorità, ampliare Custodiamo La Cultura”

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aree a rischio erosione costiera in puglia

BARI – Appello congiunto delle sigle sindacali e delle associazioni di categoria alla Regione ed al Governo: va scongiurato il rischio di desertificazione culturale.

E’ paragonabile solo ad una calamità naturale quello che la pandemia ed il distanziamento interpersonale che ne consegue rappresenta per il settore culturale e creativo.

Prevedere risorse aggiuntive di almeno 10 milioni allargando la platea dei beneficiari del ristoro previsto dal piano “Custodiamo la cultura” per non escludere nessuno, modifica urgente della legge 6 del 2004, misure fiscali a sostegno del settore.

E’ in sintesi il contenuto di un documento firmato dalle sigle regionali di Legacoop, Confcooperative, Fistel Cisl, SLC-Cgil, Uilcom/Uil, dal Distretto Produttivo Puglia Creativa e da C.Re.S.Co (Coordinamento nazionale delle realtà della scena contemporanea) nel quale in nove punti, sono elencate ed argomentate osservazioni al Piano Straordinario per sostenere imprese e operatori culturali colpite dall’emergenza Covid, messo in campo dalla Regione Puglia.

Un piano che necessita di correttivi – si legge nel documento – al fine di rispondere all’enorme fabbisogno di liquidità dell’intero sistema delle imprese culturali e creative, nessuno escluso. All’emergenza si risponde con l’emergenza. Le organizzazioni di rappresentanza del comparto richiedono l’attivazione di procedure di emergenza “evitando che gli sforzi fatti si disperdano nei mille rivoli burocratici, occorre dare risposte certe e tempestive senza ulteriore dilatazione dei tempi immettendo immediatamente liquidità a disposizione del settore. Cosa che purtroppo ad oggi, -continua il documento – a quattro mesi dall’inizio di questa emergenza, non è ancora avvenuta nonostante la pubblicizzazione costante delle misure adottate“.

Escludere intere categorie dal contributo di sostegno, come i soggetti delle produzioni, le imprese dell’esercizio del settore editoriale, quelle che operano nel settore del patrimonio, dei musei, delle biblioteche e parchi archeologici e della produzione e promozione delle arti visive contemporanee, significa, in questa fase, decretare una sentenza di condanna a morte per moltissime attività. Le risorse messe a disposizione vanno rimodulate e in alcuni casi vanno incrementate. Molti i settori penalizzati.

Il budget destinato all’editoria è carente. Se non incrementato, rischia di lasciare fuori le librerie e tutti gli operatori della filiera; il budget dedicato allo spettacolo viaggiante va riparametrato; la dotazione economica destinata al settore “audience, sviluppo e ricerca” è fortemente sottostimata; oltre a forme di ristori per le PMI audiovisive con sede fiscale in Puglia e per i mancati introiti dovuti all’emergenza, si rende necessaria una razionalizzazione dei vari film Fund; occorrono forme di sostegno, anche con una misura specifica e dedicata, per il settore patrimonio e arte contemporanea, grandi assenti dalle misure previste; semplificazione, presentazione a sportello, medesime possibilità di negoziazione per tutti i soggetti assegnatari del bando triennale 2017-2019, considerazione di nuovi costi per la sicurezza sono tra le proposte riguardanti il cosiddetto bandone 2020/2021; richiesta di risorse aggiuntive e semplificazione delle procedure anche per i bandi di Puglia Sound.

A chiudere il documento l’appello al Consiglio Regionale affinchè la cultura divenga una priorità nell’agenda, giungere al termine della legislatura senza aver concluso l’iter per una nuova normativa per la disciplina del settore sarebbe una sconfitta per tutti ma soprattutto per gli operatori culturali e creativi.

L’auspicio è quello che prima della fine della legislatura possano essere approvate in consiglio le modifiche alle quali il partenariato ha lavorato per mesi e che rischiano di essere vanificate.

In particolare, il lavoro si è concentrato su una proposta di ristrutturazione della legge con alcuni correttivi nei sistemi di finanziamento e delle politiche culturali fino ad oggi basate solo ed esclusivamente sul grado di “attrattività” di qualsivoglia attività, evento o iniziativa.

È necessario “un cambiamento metodologico che rimetta al centro delle azioni del governo regionale la funzione sociale ed educativa dello Spettacolo, la sua qualità di servizio pubblico e di welfare per i cittadini”. Una nuova legge di settore che preveda un Fondo Unico Regionale dello Spettacolo e della Cultura dotato di un budget di €10 milioni.

Il lavoro di condivisione delle sigle del partenariato non finisce qui: si sta lavorando ad un documento indirizzato al Governo nel quale viene richiesto un piano straordinario per rafforzare la filiera delle imprese culturali e creative al fine di scongiurare la desertificazione culturale soprattutto delle regioni del Mezzogiorno. Quattro sono i cardini su cui intervenire: misure fiscali a sostegno del settore, con riduzione dell’iva al 4%, alleggerimento del cuneo fiscale sul lavoro, ampliamento dell’ArtBonus rendendolo accessibile a tutti i soggetti, anche i profit, che fanno cultura, estensione del meccanismo di sostegno al terzo settore del Sud previsto dal decreto Rilancio (art. 246) all’intera filiera e a tutti gli operatori delle imprese culturali e creative.