Nei discount prezzi sempre più bassi, produttori costretti al ribasso, a rischio la qualità. “Se continua così, le nostre campagne diventeranno un deserto”
BARI – “La GDO sta mettendo all’asta l’agricoltura italiana, svendendola. L’inchiesta di ‘Internazionale’ sarebbe da stampare e affiggere in discount e supermercati”. E’ Raffaele Carrabba, presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani di Puglia, a commentare con queste parole l’inchiesta giornalistica di Stefano Liberti e Fabio Ciconte. Sotto la lente d’ingrandimento, ci sono i prezzi al pubblico dei prodotti alimentari nei grandi discount italiani. Prezzi sempre più bassi, dietro ai quali c’è il meccanismo della doppia asta online, le “gare” al ribasso attraverso cui la Grande Distribuzione innesca il meccanismo del deprezzamento. In pratica, per presentare offerte irrinunciabili ai clienti dei discount, di fatto si chiede ai produttori di svendere i loro prodotti, fino a compensi che non coprono nemmeno i costi di produzione.
“E’ quanto sta accadendo per moltissimi prodotti, anche nella nostra regione”, ha aggiunto Carrabba. Il presidente regionale di CIA Agricoltori Italiani si riferisce ai prezzi dei prodotti riconosciuti alle aziende agricole e zootecniche per eccellenze come grano, uva, olio, latte, frutta e ortaggi. “Per aiutare i nostri associati ad avere un maggiore potere contrattuale verso industrie di trasformazione e Grande Distribuzione”, ha spiegato Carrabba, “stiamo lavorando su più fronti: aggregazione, qualità totale, internazionalizzazione e innovazione innanzitutto, ma anche biodiversità. Le OP, organizzazioni di produttori, stanno conseguendo buoni risultati. Dobbiamo insistere, unirci e ‘mettere in fuorigioco’ progressivamente il ricatto del prezzo al ribasso creando strade alternative come la Spesa in Campagna, il contatto diretto tra consumatore e produttore. C’è un timido ritorno ai negozi di prossimità: sosteniamo questa rinascita dei negozi di vicinato. Abbassare forzatamente i prezzi, oltre ogni logica, significa una sola cosa: abbassare la qualità della materia prima, disincentivare gli investimenti per la tracciabilità totale e la qualità, favorire prodotti provenienti dall’estero dove si produce con standard di sicurezza e qualitativi certamente inferiori a quelli italiani”, ha continuato il presidente regionale di Cia Agricoltori Italiani di Puglia.
“Il meccanismo del deprezzamento è un rischio enorme per i consumatori e ammazza l’agricoltura di qualità, uno dei marchi di pregio del ‘made in Italy’, principale veicolo dell’export e risorsa fondamentale per l’economia e l’occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno d’Italia. O ne prendiamo coscienza o le nostre campagne diventeranno un deserto di prodotti senza qualità e senza sapore da cedere quasi gratis ai discount”, ha concluso Carrabba.
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