Il Popolo della Famiglia di Puglia chiede con forza la ripresa delle messe cum populo

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aree a rischio erosione costiera in puglia

I dettagli

BARI – La decisione annunciata dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, di non consentire le cerimonie religiose nelle chiese ha provocato una decisa presa di posizione da parte dei Vescovi, che in una nota rivolta alla Presidenza del Consiglio ed al Comitato Tecnico Scientifico, richiamano “al dovere di distinguere tra le loro responsabilita’ – dare indicazioni precise di carattere sanitario – e quelle della Chiesa, chiamata ad organizzare la vita della comunita’ cristiana, nel rispetto delle misure disposte, ma nella pienezza della propria autonomia“; in altri termini, viene messo in discussione il noto principio “libera Chiesa in libero Stato“. L’indignazione da parte dei fedeli laici viene efficacemente esternata da Mirco Fanizzi, a nome dei dirigenti Popolo della Famiglia di Puglia, che afferma: “Consideriamo inaccettabile e insostenibile la decisione annunciata dal Presidente del Consiglio di non consentire le cerimonie religiose nelle chiese“. Mario Adinolfi Presidente nazionale del Popolo della Famiglia, parla di “plateale offesa al limite dell’oltraggio per milioni di credenti“. “Eppure e’ risaputo – continua Mirco Fanizzi – che la Chiesa Cattolica puo’ contare, come poche altre istituzioni, di una propria struttura organizzativa in grado di assicurare i protocolli di distanziamento richiamati dalle disposizioni anticontagio.

Chiediamo al Presidente della Regione, Michele Emiliano, di emanare mirate e specifiche disposizioni per consentire la celebrazione delle Messe, riconoscendo un ruolo essenziale e non marginale del sentimento religioso di centinaia di migliaia di credenti e anche alla luce dei dati acquisiti nell’ultimo periodo che confermano per la Puglia un numero abbastanza contenuto di contagiati. Le misure dettate dal Comitato Tecnico Scientifico, e formalmente emanate dal Governo non tengono conto della differente incidenza del contagio nelle varie realta’ territoriali, ed in tal modo minano alla base il principio Costituzionale di Autonomia Regionale.“, conclude Fanizzi, auspicando una pronta presa di posizione da parte delle Autorita’ civili coinvolte.