Il Politecnico di Bari festeggia i suoi primi 30 anni

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anni '70, campus universitario

Dal primo Rettore, Attilio Alto a Francesco Cupertino, ha rappresentato, in breve tempo, simbolo e concretezza di sviluppo della Puglia in Italia e all’estero, in linea con il suo slogan: “sempre alla ricerca del futuro”. Intanto, una grande mostra per raccontarsi e per tracciare gli scenari futuri, con una serie di altri eventi aperti al territorio, accompagnerà il prossimo anno accademico

BARI – Una chiamata per la raccolta di contributi a tutta la comunità accademica, ma anche ai professionisti, gli imprenditori, i rappresentanti delle istituzioni civili e religiose, della politica, dei sindacati e delle associazioni: in una parola, il Territorio in tutte le sue sfaccettature. Il Politecnico di Bari si prepara a festeggiare il trentesimo anniversario della sua istituzione, avvenuto con una legge del 1990 e, in occasione dell’evento, vuole coinvolgere la città e la regione nel progetto di una grande mostra “tra passato e futuro”, che si terrà nella prossima primavera.

L’obiettivo è raccontare, attraverso i contributi più significativi – le fotografie, i documenti e le testimonianze che saranno raccolti, e che si integreranno con l’archivio già in possesso del Politecnico – 30 anni di formazione d’eccellenza, di ricerca scientifica, di rapporti con le istituzioni e di sostegno ai processi di innovazione delle imprese.

Una serie di altri eventi accompagnerà la celebrazione dell’anniversario per tutto il prossimo anno accademico e coinvolgerà la comunità accademica (studenti, ricercatori, docenti e personale tecnico e amministrativo) e i partner istituzionali e privati del Politecnico. Tutte le iniziative saranno identificate con l’hashtag #Happy30Poliba e raccolte in un contenitore virtuale all’indirizzo internet happy30.poliba.it, in costante aggiornamento.

«Celebriamo il passato guardando al futuro – dice il rettore, Francesco Cupertino – e vogliamo farlo insieme alla città e alla regione, perché la nostra è la storia di un progetto ambizioso che si è rivelato strategico per lo sviluppo del territorio, è cresciuto con esso e ancora vuole crescere e farlo crescere».

Oggi, infatti, il Politecnico è una eccellenza riconosciuta a livello nazionale e internazionale, con ottima reputazione didattica e scientifica e livelli di occupazione dei suoi laureati anche sopra la media nazionale, in grado di attirare sempre più imprese attraverso i laboratori misti pubblico – privati, nei quali si fa ricerca e sperimentazione di nuove tecnologie nei settori più sviluppati e promettenti dell’economia, dall’aerospazio all’automazione, dall’informatica alle energie rinnovabili.

«Il 2020 sarà ricordato in generale come l’anno della pandemia – aggiunge il rettore Cupertino – e il quadro sanitario sembra ancora incerto, tuttavia il Politecnico di Bari ha affrontato bene la situazione fin dall’inizio, convertendo tempestivamente tutti i servizi in modalità digitale e, oggi, con grande ottimismo, riapre in sicurezza e ricomincia a pianificare nuove collaborazioni con grandi aziende e multinazionali, progetta una strategia di sostegno alle piccole e medie imprese e un piano di sviluppo per Taranto sui grandi temi dell’ambiente, dell’energia e della mobilità».

Il punto di partenza, nel ripercorrere i primi 30 anni del Politecnico, è la legge n.245 del 1990 – “Norme sul piano triennale di sviluppo dell’università e per l’attuazione del piano quadriennale 1986-1990”, pubblicata il 7 agosto di quell’anno ed entrata in vigore il 5 settembre successivo. Il provvedimento previde l’istituzione del Politecnico di Bari, insieme con altre università italiane e ciò premiò lo sforzo dei padri fondatori, che ne avevano perseguito tenacemente il progetto.

Il Politecnico di Bari, tutt’ora unico politecnico nel Sud Italia, venne dunque istituito con le ex facoltà di Ingegneria e Architettura, che ereditò dall’Università di Bari e dalle quali venne trasferita tutta la dotazione di personale, mezzi e beni immobili. Il 1991/1992 fu il primo anno accademico del Politecnico di Bari.

Ben presto, il nuovo ateneo iniziò a crescere, sia sul piano numerico in termini di iscritti, docenti e dipendenti tecnico amministrativi, sia su quello della reputazione scientifica, in parallelo all’espansione immobiliare della sede principale, il campus universitario e, via via, delle altre sedi a Valenzano, a Japigia e in via Amendola, così come a Foggia dove, attualmente, il Politecnico è presente con un corso di laurea in Ingegneria dei sistemi logistici per l’agroalimentare, interateneo con l’Università di Foggia.

Anche Taranto, prevista come sede della Seconda Facoltà di Ingegneria, riveste da sempre un ruolo centrale fin dall’atto costitutivo ed è tutt’ora ben presente nelle strategie di governance e nei progetti di sviluppo del Politecnico. Oggi il Politecnico di Bari conta circa 10mila iscritti, con 2.000 nuove matricole all’anno e 1.900 laureati.